MILANO – Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le 5 città in testa alla classifica di Ecosistema Urbano 2019, la ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia pubblicata sul Sole di lunedì.
Un tema particolarmente importante in questo momento storico, con il governo Conte-bis che ha messo il “Green new deal” tra le proprie priorità e le nuove generazioni – chi in piazza durante i Fridays for future e chi iscrivendosi a facoltà come Agraria o Ingegneria ambientale – che dimostrano di essere molto sensibili al tema.
Mantova, regina nel 2018, cede lo scettro a Trento che sale per la 1° volta al vertice della classifica sulle città più ‘green’ d’Italia grazie al miglioramento nella qualità dell’aria, nell’utilizzo di trasporti pubblici e nell’attenzione alla mobilità ciclabile.
E Sondrio? Migliora leggermente, passando dal 25° posto dello scorso anno all’odierno 22°.
Sono però lontani i tempi in cui (2015) la città era addirittura settima a livello nazionale. E se oggi eccelle nei capitoli ‘Verde urbano’ (terza assoluta con indice al 100%) e ‘Piste ciclabili‘ (nona), si deve piangere per quel clamoroso 98° posto in quanto a ‘Uso efficiente del suolo‘ e peggio ancora nel Trasporto pubblico – con indicatori vicini alla centesima posizione.
La classifica sull’Ecosistema Urbano, sesta tappa di avvicinamento all’indagine sulla Qualità della vita 2019 del Sole 24 Ore che quest’anno celebra i 30 anni dell’iniziativa, impiega 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti. Gli indicatori spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, dalla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino allo spazio occupato dalle piste ciclabili.
Nella prima metà della classifica si trovano, infatti, città grandi come Bologna (13°), Firenze (24°), Perugia (26°) e pure Milano, che però perde nove posizioni e occupa il 32° posto, oppure Comuni del Sud come Cosenza (14°) e Teramo (28°), a confermare che la regola che l’Italia del buon ecosistema urbano è principalmente l’Italia che fa bene e spende bene le sue risorse, che si evolve e pianifica le trasformazioni future.
In coda alla classifica, chiusa da Catania, Siracusa e Vibo Valentia (queste ultime per mancanza di dati aggiornati), si trovano alcuni grandi centri urbani come Napoli (89°), Bari (87°), Torino (88°), Roma (89°) e Palermo (100°) sui quali pesano fattori come il traffico, i rifiuti, l’acqua.
In particolare, guardando i singoli indicatori, Lucca vince per isole pedonali, Padova per il solare, Ferrara per la raccolta differenziata dei rifiuti, Matera è prima per il verde, Reggio Emilia nelle piste ciclabili ed Enna nella qualità dell’aria.
Dall’analisi dei dati, che verranno presentati lunedì 28 ottobre a Mantova, emerge un’Italia dinamica, attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali; ma una lettura d’insieme delle aree urbane restituisce emergenze, criticità e troppe performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti. Un’Italia in cui migliora la qualità dell’aria, nel complesso, e si riducono i consumi d’acqua.