GEROLA ALTA – Tradizioni rinnovate. Sabato a Gerola Alta si è svolta come ogni anno da quasi cinque secoli la celebrazione del «Legato Bedolino», con la consegna da parte degli amministratori locali, ai cittadini all’uscita dalla messa, del pane e del Bitto, il rinomato formaggio d’alpe prodotto d’estate nei pascoli in quota e nelle valli circostanti.
L’amministrazione comunale tiene fede ad un impegno contratto in passato su un legato testamentario: si parla della trasmissione di un bene e dei suoi proventi. Nel 1545 Pietro de’ Mazzi, detto “il Bedolino”, un possidente proprietario di fondi, boschi e versanti in Gerola, dispose alla sua morte un lascito vincolato. Il suo legato testamentario prevedeva che metà del monte di Trona, luogo di pascoli il cui alpeggio principale (Trona Soliva) è no dei “Luoghi del cuore” del Fai, andasse “alla comunità e ai compaesani”.
Nel testamento il Bedolino prescriveva “che consoli e amministratori del Comune di Gerola, in perpetuo fossero tenuti a convertire il provento di tale monte in tante equivalenti quantità di pane e sale da distribuire a tutti gli uomini di qualunque condizione, ogni anno. In parti uguali per tutte le famiglie di detto Comune e secondo la consuetudine del luogo”. Secondo le consuetudini anche produttive, nel 1600 l’assemblea del paese stabilì come modalità di esecuzione del testamento che si distribuisse pane e formaggio ogni 2 novembre.
Oltre cento gerolesi hanno ricevuto dalle mani del sindaco e degli assessori pane e bitto, mentre lo storico locale Cirillo Ruffoni ha rievocato il rilievo culturale della cerimonia e gli usi di condivisione concreta.