SONDRIO – È morto a 76 anni a Sondrio Mario Cotelli ex direttore tecnico della mitica “Valanga Azzurra” dei vari Gustav Thoeni, Herbert Plank e Pierino Gros.
Era in dialisi già da qualche anno, combatteva l’insufficienza renale che gli è stata fatale. Come allenatore della nazionale di sci italiana tra il 1969 e il 1978 aveva vinto tutto: cinque titoli assoluti in Coppa del Mondo, e ben 12 medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, con un dominio pressoché totale delle discipline tecniche.
Indimenticabile, nella sua esperienza da DT, il Gigante di Berchtesgaden del 7 gennaio 1974, quando ben cinque sciatori azzurri si piazzarono ai primi cinque posti: primo Gros, secondo Thoeni, quindi Stricker, Schmalzl e Tino Pietrogiovanna. Quel giorno nacque il mito della “Valanga Azzurra”, espressione coniata dalla Gazzetta dello Sport.
Uomo senza mezze misure, originario di Tirano, era stato anche manager (laureato alla Bocconi di Milano) e commentatore sportivo in televisione e sui giornali. Era stato anche consigliere del Credito Valtellinese.
Aveva più volte dichiarato che la fine della sua avventura e dei successi della valanga azzurra fu originata dalla intromissione della Federazione nel suo lavoro, che non fu in grado di formare dei nuovi campioni poiché tentava di eliminare le rivalità interne, segreto del successo della sua gestione.
Cordoglio per la scomparsa di un grande valtellinese come Cotelli è stato espresso proprio dalla FISI – la Federazione Italia Sport Invernali: “Il presidente Flavio Roda, il Consiglio Federale, gli Atleti, i Tecnici e tutto lo staff federale sono vicini alla famiglia Cotelli in questo momento di grande dolore”.
Di lui Francesco Pierantozzi di Sky Sport ha scritto oggi “… ha sempre avuto il coraggio di andare controcorrente, con cognizione di causa, con la sicurezza di conoscere la “materia” e un carattere forte…“.
Gianmario Bonzi (telecronista di EuroSport): “Piacere, Gianmario”. “Tagliati quel cazzo di ciuffo”. Rogoredo, redazione Sky, piano 1, febbraio 2010. Il primo impatto con Mario Cotelli è stato questo…”.
IL RICORDO DI THOENI: