ROMA – Iniziata alle sei di questa mattina, mercoledì, l’agitazione di 48 ore dei benzinai italiani, proclamata dalle sigle sindacali Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Anisa Confcommercio.
Lo sciopero prevede la chiusura degli impianti stradali e autostradali, in segno di protesta da parte del settore contro i nuovi adempimenti di legge, ritenuti ‘inutili e onerosi”. Tra le norme contestate, la fatturazione elettronica, i registratori di cassa telematici e l’introduzione dei ‘Das‘ (Documenti di trasporto).
Per la Faib Confesercenti, la protesta è rivolta “tanto alle compagnie petrolifere quanto a quella miriade di soggetti – molti dei quali operatori border line – diventati titolari di impianti – che fanno strame dei contratti e delle leggi nel più assoluto silenzio della pubblica amministrazione che assiste allo scempio nel più colpevole dei silenzi che realizzano quell’abuso di dipendenza economica cui il gestore è costretto per non soccombere. E come se non bastasse, a tutto questo si somma il rifiuto a rinnovare gli accordi economici ampiamente scaduti negando persino il riconoscimento dei maggiori costi di gestione scaricati in capo ai gestori”. Oggi è in programma anche una manifestazione a Roma, davanti al Parlamento.
Lo sciopero della categoria avrà termine alle 06.00 di venerdì 8 novembre. Rimangono assicurati comunque i “servizi minimi di garanzia”.