SONDRIO – Nel corso della prossima assemblea dei soci – in programma per il 9 dicembre – pare che la partecipata pubblica della Provincia di Sondrio chiederà ai sindaci dei 77 comuni di incassare solo il 40% dei mutui tra il 2020 e il 2025, mentre il restante 60% sarà versato da Secam tra il 2026 e il 2030.
La decisione rientrerebbe in un piano di previsione della durata ventennale ma, come sottolinea l’amministratore delegato della Società per l’ecologia e l’ambiente, Gildo De Gianni: “Al momento stiamo parlando solo di ipotesi, qualunque decisione verrà presa dall’assemblea dei soci”.
La preoccupazione, ribadita dal Comitato di Coordinamento per l’Acqua Pubblica della provincia di Sondrio, è che i conti di Secam non godano di buona salute nonostante il bilancio del 2018, in base ai dati ufficiali dell’azienda partecipata, si sia chiuso con un utile superiore ai 900mila euro e che il target positivo dovrebbe essere mantenuto anche per il 2019.
“Già nell’assemblea dei soci del 2017 – sottolineano dal comitato – alcuni Comuni avevano argomentato in ordine alla situazione contabile di Secam, ricevendo risposte piccate e minacciose. Ora le osservazioni presentate in quella data sembrerebbero confermate dai fatti”.
Tra i maggiori fattori che avrebbero provocato il quadro economico che ha imposto a Secam di chiedere una dilazione nel pagamento dei mutui dovuti ai comuni, secondo un’analisi condotta dal Comitato di Coordinamento per l’Acqua Pubblica, la mancata installazione dei contatori alle utenze che ne erano sprovviste. L’azienda, invece di installare i contatori avrebbe, sempre secondo le analisi del comitato, calcolato i consumi con un sistema forfettario causando, in 5 anni di gestione, un notevole ammanco delle entrate.
Secam ha avuto in concessione i servizi idrici integrati – oltre all’erogazione e alla gestione dell’acqua l’azienda si occupa anche del comparto dei rifiuti in tutta la provincia di Sondrio – nel luglio del 2014. La società partecipata – azionisti, oltre che i 77 comuni di Valtellina e Valchiavenna, anche l’ente provinciale e le Comunità Montane – si è impegnata a rimborsare in toto i mutui che le amministrazioni avevano aperto con le banche per la gestione del servizio idrico.
In pratica le rate dei prestiti contratti prima del 2014, in questi anni, sono stati pagate dai comuni che poi, a loro volta, venivano rimborsati al 100% da Secam ma, se la proposte avanzata dei vertici dell’azienda partecipata dovesse incontrare – come sembra – il parere favorevole dei soci per i prossimi anni le amministrazioni locali si vedranno rimborsare solamente il 40% della rata dovuta agli istituti di credito.
M. B.