Sondrio. Non solo Coccinella: quei tagli al sistema scolastico che preoccupano minoranza e genitori

SONDRIO – Malcontento in comune di Sondrio per una serie di provvedimenti che riguardano alcuni tagli al sistema scolastico, che l’amministrazione guidata da Marco Scaramellini dovrebbe assumere in via definitiva con la seduta consiliare di approvazione del bilancio preventivo, in calendario per il 19 dicembre pv.

Quattro sono le questioni rilevanti, secondo l’opposizione, che ha firmato compatta un comunicato congiunto (Sondrio 2020, PD, Sondrio Democratica, Sinistra per Sondrio, Giugni Sindaco).

Esternalizzazione della gestione del nido “La coccinella”

Già da alcuni giorni non solo la minoranza ma anche diversi genitori si sono allarmati alla notizia di un cambio di gestione del nido comunale, considerato un’eccellenza territoriale, con la sostituzione progressiva delle educatrici che andranno in pensione, attraverso figure professionali esterne.

Si parla dell’affidamento del servizio a privati, attraverso un bando, che l’assessore a Cultura e Istruzione Marcella Fratta, ha assicurato già nei giorni scorsi, sarà del tutto cautelativo per il mantenimento degli standard “al fine di garantire il benessere dei bambini ed il mantenimento di un servizio efficiente”. Aggiungendo che “in ogni caso, rimarrà un asilo nido comunale e verranno confermati tutti i requisiti di funzionamento e accreditamento”.

In molti temono però che l’esternalizzazione del servizio non possa garantire la qualità fino ad oggi accertata, ma anche la tutela della professionalità acquisita dal personale, che verrebbe collocato in “comando esterno” dal Comune, e dunque assoggettato alle direttive di un datore di lavoro privato -usualmente una cooperativa- impegnato a rendere remunerativa l’attività.

Diversi genitori, alcuni dei quali hanno partecipato ieri sera alla Commissione istruzione dove è stato affrontato il tema, sono preoccupati, e si stanno organizzando per far sentire la propria voce, sottolineando che non è opportuno ripensare un modello che a tutti gli effetti funziona, e che è addirittura in overbooking. Loredana Piacentino, mamma di origine romana che ha sperimentato in prima persona il servizio, teme che i tagli alla base di questa scelta non tengano minimamente in considerazione le esigenze dei bambini, di cui, a suo avviso, non si è nemmeno parlato in Commissione.

Soppressione degli assistenti alla mensa

Con l’inizio dell’anno scolastico 2020-2021 il Comune non coprirà più i costi degli assistenti alla mensa nelle scuole a tempo pieno, vale a dire di quegli educatori addetti alla cura e all’educazione degli alunni nei centri di refezione, nell’ora e mezza di pausa tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane.

L’opposizione segnala come il taglio di risorse produrrà in questo caso gravi disagi alle scuole cittadine, che, si legge nel comunicato congiunto, “dovranno senz’altro rinunciare alle compresenze di insegnanti in classe (a sostegno degli alunni più bisognosi)”.

Trasporto scolastico a pagamento per le scuole delle frazioni

“Se l’Amministrazione in carica ha affermato in campagna elettorale di voler sostenere le frazioni”, afferma Marina Cotelli, precedente Assessore alla Cultura e istruzione del Comune di Sondrio ed esponente di Sondrio 2020 sui banchi dell’opposizione, “l’introduzione del pagamento del trasporto scolastico degli alunni frequentanti i plessi di Triangia e Ponchiera va in senso contrario. Il sostegno agli istituti periferici ha un evidente valore per evitare di svuotare di contenuto i centri minori: in ambiti dove oramai manca tutto, se viene a mancare anche la scuola l’effetto creato è quello di ottenere dormitori”.

L’Amministrazione attuale del resto giustifica la scelta  affermando che la cittadinanza non ha percezione del costo del servizio, e dunque non lo valorizza adeguatamente, sfruttandone solo in parte le potenzialità, ed attribuendo all’introduzione del biglietto a carico delle famiglie un ruolo “educativo”.

Aumento delle rette delle mense scolastiche

Vuole passare in sordina, sempre secondo l’opposizione, l’aumento delle rette scolastiche per ISEE superiori ai 10.000 Euro, essendo “nascosto in una tabella di difficile intelligibilità, allegata alla delibera di Giunta 361/2019”. Il costo pasto per chi ha un ISEE di € 16.000 dovrebbe passare ad esempio da € 3,06 a € 3,63, con un aumento del 18%.

“In generale”, afferma Cotelli, “si tratta di scelte politiche che vanno esplicitate ed adeguatamente presentate alla cittadinanza, e di cui la Giunta deve assumersi le proprie responsabilità”.

M. F.