MAZZO DI VALTELLINA – Opificio completamente abusivo posto sotto sequestro nel Comune di Mazzo di Valtellina dopo un controllo dei militari della tenenza della guardia di finanza di Tirano.
Nella serata di sabato scorso i militari del Nucleo Mobile hanno fermato sulla strada provinciale 27 nel Comune di Mazzo di Valtellina un carico di pellet “sospetto”, sprovvisto di qualsiasi etichettatura attestante l’origine e la composizione del prodotto. La merce viaggiava senza alcun documento di trasporto, ed il conducente del mezzo non è stato in grado di esibire il documento fiscale relativo all’acquisto.
Una volta individuata la fonte del prodotto, una fabbrica nei pressi della statale 38 sempre a Mazzo, è immediatamente scattata la perquisizione: all’interno dell’opificio sono stati rinvenuti circa 130 quintali di pellet da riscaldamento, oltre a venti quintali di segatura e cippato di legno.
La struttura, una vera e propria fabbrica completa di impianti, macchinari e materiali necessari per la produzione ed il confezionamento del pellet, è risultata essere totalmente abusiva, sprovvista dei titoli abilitativi previsti dalla normativa a tutela dell’ambiente, e completamente sconosciuta al fisco. Il pellet era già confezionato in sacchi e pronto per essere immesso nel mercato.
L’impianto di produzione è stato sottoposto a sequestro, insieme ai macchinari rinvenuti al suo interno, tra cui muletti, vasche di caricamento, pale meccaniche, aspiratori e pellettatrici e ad un furgone per il trasporto del prodotto finito. Il gestore del laboratorio, responsabile dell’attività produttiva abusiva, è stato denunciato per violazione della normativa ambientale e per il reato di emissioni in atmosfera non autorizzate.
Dato che il processo produttivo non era autorizzato né certificato, non è al momento nota la composizione chimica del prodotto. “Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati ad escludere la nocività del prodotto per la salute dei cittadini” spiega il colonnello Antonello Reni, alla guida del comando provinciale delle Fiamme Gialle”.