Cannabis light illegale? “Serve maggiore chiarezza nella normativa”

Risultati immagini per Maria Elisabetta Alberti CasellatiMORBEGNO – La decisione del 16 dicembre scorso della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati di ritenere inammissibile l’emendamento alla legge di Bilancio che legalizzava la cosiddetta “cannabis light”, ha riacceso le discussioni in materia.

L’opinione pubblica resta molto divisa sull’argomento ma c’è chi, come le persone che hanno deciso di investire in questo settore nascente, sostiene la necessità di arrivare quanto prima ad una normativa che faccia chiarezza, così da non danneggiare l’economia che ruota intorno a tutto il mondo della canapa.

A sostenerlo è anche Vito Civello, proprietario di negozi (a Chiavenna, Morbegno, Colico e Sondrio) dedicati alla vendita di articoli per sigarette elettroniche e, fino a quando la legge lo ha consentito, anche di prodotti contenenti Cbd (Cannabidiolo, una sostanza metabolizzata dalla canapa che ha effetti rilassanti).

“All’apertura del negozio di Morbegno – afferma Civello – abbiamo consegnato tutti i prodotti derivati dalla canapa perché venissero analizzati. Le analisi avevano confermato che i livelli di Thc erano inferiori dei limiti di legge consentiti, fissati allo 0,6%. La sentenza della Cassazione dello scorso maggio ha creato molta confusione in materia. C’è bisogno di una regolamentazione che inquadri bene e chiaramente il prodotto e che dica a noi commercianti, e a chi la produce, come poter fare per agire all’interno della legalità. E per non danneggiare ulteriormente chi la coltiva, spesso ragazzi molto giovani”.

Civello si riforniva direttamente da Kanuf, azienda produttrice di Sondrio. La situazione riguardante la cannabis light verrebbe avvertita come una persecuzione nei confronti di questa pianta, associata da gran parte della popolazione con il mondo della droga.

Risultati immagini per Cannabidiolo“C’è da chiarire sul Cbd che non si tratta di “sballo”, come molte persone vogliono far credere – continua Civello – e non deve essere per forza legato al mondo del fumo. Nel corso dell’attività ho avuto anche clienti che hanno sostituito i propri farmaci contro l’ansia con il Cbd. Addirittura ci sono state persone mandate direttamente dai propri medici a comprare oli o gocce. In mancanza di una norma chiara, si era vietata la vendita ai minori di diciotto anni. Che comunque non sono il target del prodotto. Chi comprava erano tutte persone sopra i 30 anni”.

Giovanni Meroni

 

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Foto di copertina da okmugello.it