SONDRIO – Si profila l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti per i titolari del distributore aperto 24 ore su 24 davanti alla stazione di Sondrio che vendeva bustine di inflorescenze di cannabis light. La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato, come detto, è spaccio di sostanze stupefacenti, i nomi iscritti sono quelli dei due proprietari del locale visitato sabato mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Sondrio che, anche dopo segnalazioni di alcuni genitori preoccupati per la facilità di accesso alla sostanza da parte dei figli minorenni, hanno sequestrato una quarantina di bustine, tutte quelle presenti all’interno delle macchinette.
Un sequestro, però, che non è legato al fatto che le confezioni fossero a disposizione di tutti, anche dei minorenni, mancando la possibilità di inserire la tessera sanitaria per dimostrare di avere almeno 18 anni, come accade per i distributori automatici di sigarette.
“Questa, semmai, è un aggravante – spiega il tenente colonnello Rocco Taurasi -. Il punto, però, è che i derivati della cannabis light non si possono commerciare”.
La questione è controversa. Due anni fa, sfruttando una “zona d’ombra” legislativa, sono nati in tutta Italia, e anche in provincia di Sondrio, negozi che, partendo dalla produzione della canapa, commercializzavano i derivati della cannabis light, inflorescenze, oli, ma anche creme, tisane, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto partendo dal presupposto, però, che la sostanza non doveva avere un Thc ridotto, meno dello 0,6%. A luglio, però, la Corte di Cassazione ha cambiato la situazione: la vendita di infiorescenze (e di tutto ciò che può essere assunto) è illegale anche se prive di effetto drogante.
“Abbiamo quindi iniziato a informare i titolari di negozi che si occupavano di questo settore, chiedendo di mettersi in regola – prosegue Taurasi -. E così hanno fatto: in valle non si trovano più i prodotti vietati negli shop nati qualche anno fa”.
Ma quelle bustine presenti nei distributori automatici sono rimaste nascoste tra bibite e preservativi. Almeno fino a sabato, quando i militari dell’Arma hanno sequestrato tutte le confezioni, già sottoposte ad un primo esame e che ora verranno inviate fuori provincia per un’analisi più approfondita delle caratteristiche della cannabis. E anche se, come sembra, verrà confermato che il Thc della sostanza è decisamente basso, i proprietari dello shop aperto 24 ore su 24 rischiano, comunque, l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
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