VAL BREGAGLIA – Nessun colpevole per i fatti legati alla frana del Cengalo che, nel 2017, costò la vita ad 8 escursionisti in Val Bondasca, in Svizzera, travolti da oltre 3 milioni di metri cubi di roccia.
Il tribunale cantonale grigionese ha, infatti, respinto il ricorso dei famigliari delle vittime – di nazionalità svizzera, tedesca ed austriaca – contro il decreto di abbandono emesso lo scorso anno dalla procura pubblica retica, che non aveva ravvisato alcuna negligenza da parte delle autorità.
“I giudici – si può leggere sul sito della testata svizzera “La Bregaglia.ch” – hanno confermato le conclusioni del ministero pubblico. La sentenza non è però ancora definitiva e probabilmente sarà impugnata al tribunale federale di Losanna, che potrebbe così essere chiamato ad occuparsi della più grande frana scesa negli ultimi secoli in Svizzera”.
Secondo i legali dei parenti delle vittime i rilevamenti svolti due settimane prima della tragedia, avvenuta il 23 agosto del 2017, avrebbero fatto emergere che i movimenti della massa rocciosa instabile erano aumentati in modo considerevole. Questo, secondo la tesi degli avvocati – respinta da giudici cantonali – avrebbe dovuto indurre le autorità preposte ad adottare misure di sicurezza.
M. B.