SONDRIO – Esternalizzazione del servizio relativo all’asilo comunale “La coccinella” di Sondrio: ora interviene anche la Cgil.
“L’ipotesi ha generato sia nell’opinione pubblica che nelle famiglie interessate una forte preoccupazione rispetto al riverbero potenzialmente, negativo determinato da una gestione del personale affidata a un soggetto esterno, verosimilmente individuato nel mondo del cosiddetto privato sociale, determinando anche la legittima preoccupazione del personale educativo dell’asilo nido comunale – afferma Michela Turcatti, segretaria generale della Funzione pubblica di Sondrio -. In assenza di un’informativa sindacale sulle ipotesi che l’Amministrazione comunale di Sondrio sta vagliando rispetto al futuro di tale servizio, in data 12 dicembre 2019 la Rsu del Comune ha chiesto formalmente un incontro che si è tenuto, su indicazione della parte pubblica, solo in data 28 gennaio 2020, in cui, in maniera disarmante, non sono stati forniti dati rispetto a questo processo di esternalizzazione, riferendo solo una “ipotetica volontà” della Giunta comunale ancora tutta da sviluppare. Emerge quindi un quadro incerto, in cui rimangono tra l’altro aperte numerose questioni legate alla paventata gestione di un servizio che riteniamo debba restare pubblico e svincolato dalla logica del criterio meramente economico rispetto alla qualità, soprattutto trattandosi di un’attività lavorativa di accudimento/cura di soggetti in età evolutiva”.
La scelta di andare verso tale processo avrebbe l’obiettivo, come emerge dalle stesse parole dell’Amministrazione riportate dalla stampa, di “risolvere alcune problematiche” legate alla “sostituzione del personale che ha cessato il rapporto di lavoro per pensionamento o eventualmente assente”,” dimenticando però di aggiungere che, in questi anni, non è stato fatto nessun investimento in termini di nuove assunzioni a tempo indeterminato di personale a favore del nido comunale, se non per le sostituzioni – prosegue Turcatti -. L’unica soluzione che pare concretizzarsi sempre di più sembra andare nella direzione della futura individuazione di un soggetto privato che gestirà il nuovo personale educativo, mentre le educatrici comunali saranno collocate in “comando” presso tale nuova realtà di gestione. Ciò determinerebbe la compresenza, nello stesso asilo nido comunale, di lavoratrici che svolgono le medesime mansioni e gli stessi compiti, con l’applicazione di due contratti di lavoro diversi e ineguali in termini di retribuzione, diritti, continuità professionale e lavorativa. Riteniamo che questo scenario possa determinare la dispersione del patrimonio umano e professionale che fino ad oggi ha raccolto l’ampio apprezzamento delle famiglie e che trova riscontro, infatti, nella campagna lanciata da alcuni cittadini a favore della gestione pubblica dell’asilo nido “LacCoccinella”. Ci preme chiedere una maggiore chiarezza sull’evoluzione di tale ipotesi, ribadendo la necessità di un “progetto per il nido” con un piano straordinario di assunzioni che possa salvaguardare la preziosa natura pubblica del servizio”.