LOMBARDIA – A distanza di due settimane dalla chiusura delle scuole per contenere la diffusione del Coronavirus, l’Unione degli Studenti Lombardia ha condotto un’indagine statistica alla quale hanno risposto 9060 studenti e studentesse delle scuole superiori di tutta la Lombardia.
Il dato che salta maggiormente all’occhio è quello legato alle difficoltà riscontrate dagli studenti nell’utilizzo della didattica a distanza; il 40,7% degli studenti infatti afferma di aver problematiche con essa. Questa percentuale così elevata è determinata per lo più dalle poche indicazioni chiare che hanno ricevuto le scuole nel gestire questa situazione emergenziale. In molti casi i diversi docenti di uno stesso consiglio di classe utilizzano strumenti e piattaforme web differenti con i propri studenti.
È dunque anche per una mancanza di gestione uniforme delle lezioni da casa che ancora oggi per uno studente su quattro (25,8%) non sono ancora chiare le modalità della didattica a distanza.
Dall’altro lato, la percentuale di studenti che stanno svolgendo lezioni da casa per tutte le materie sono il 24,7%. Numeri per nulla scontati considerando che le scuole non erano preparate ad affrontare un’emergenza di tali dimensioni. La maggioranza degli studenti e delle studentesse (79,4%) ritiene che la didattica online sia una modalità accessibile, anche se è importante da segnalare un 12,3% di studenti che non la pensano allo stesso modo, in quanto non tutti dispongono dei medesimi strumenti tecnologici e possiedono problematiche connesse all’accessibilità alla rete Wi-Fi.
Nel 22.2% dei casi gli alunni sono già stati valutati in forma telematica dai propri docenti, anche se per più della metà dei votanti ciò non dovrebbe avvenire.
Un dato che emerge in maniera netta però è la mancanza di informazione che gli studenti hanno ricevuto finora per quanto riguarda lo svolgimento dei PCTO (vecchia alternanza scuola-lavoro), delle prove Invalsi e di eventuali modalità di recupero delle ore (solo il 5% è stata messa al corrente).
È stata poi data anche la possibilità a studenti e studentesse di esprimere i loro dubbi e osservazioni riguardo alla situazione attuale e al prossimo futuro della scuola.
Molti hanno espresso la necessità di avere una piattaforma unica che almeno tutti i docenti della stessa classe possano utilizzare e che le lezioni a casa non si riducano solamente in compiti ed esercitazioni. “Non tutti i professori – spiega M.F. – tengono lezioni, ma si limitano ad assegnare compiti riguardo ad argomenti ancora non spiegati”.
Altre domande frequenti riguardano un possibile taglio dei programmi o un allungamento dell’anno scolastico anche oltre l’8 giugno. In particolare i frequentanti di professionali, tecnici e licei artistici e musicali hanno espresso preoccupazioni riguardo all’impossibilità di svolgere lavori pratici e laboratoriali, specialmente quelli di gruppo.
In molti si stanno chiedendo se sia possibile fare chiarezza riguardo la possibilità di essere valutati in forma telematica e di conseguenza la possibilità di recuperare le discipline insufficienti al primo quadrimestre. Per questo in molti ritengono che sia necessario fornire ai docenti delle linee guida sulla valutazione per la tutela dei diritti studenteschi.
Gli alunni di quinta superiore sono le persone maggiormente preoccupate da un lato per la modalità di svolgimento della maturità e dall’altro lato per tutto ciò che riguarda l’università, dall’orientamento fino alla difficoltà di prepararsi per eventuali test d’ingresso.
Anche il noto storico e docente universitario Alessandro Barbero ha detto la sua riguardo alle lezioni online, esprimendo tutti i suoi dubbi in un’intervista al Corriere della Sera.
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