SONDRIO – Dopo che i sindaci della Valchiavenna e del tiranese avevano, nella giornata di ieri, chiesto alle autorità grigionesi di interrompere le attività economiche non essenziali, oggi è la volta del presidente della Provincia di Sondrio, Elio Moretti, di chiedere tutele per i lavoratori italiani.
“Anche i frontalieri, come tutti gli italiani, hanno diritto alla tutela della propria salute e a quella delle loro famiglie – sottolinea Moretti – Il virus si sta diffondendo sempre più anche oltre confine e il numero dei contagi continua ad aumentare anche in terra elvetica”.
Tra le richieste avanzate da Moretti oltre all’immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tutte le attività economiche non essenziali anche la previsione di procedure di consultazioni veloci con gli organismi trilaterali al fine di verificare l’impiego della forza lavoro necessaria, come adottato con successo nel Canton Ticino. E ancora, l’immediata adozione delle necessarie misure a tutela dei lavoratori frontalieri mediante l’attuazione di protocolli operativi di sicurezza per tutte quelle attività che devono rimanere aperte, la possibilità da parte dei frontalieri di usufruire di alloggi interni o convenzionati a prezzi calmierati e la garanzia che la prosecuzione dei rapporti di lavoro in essere e la messa in essere di strumenti compensativi per coloro che termineranno anzitempo il rapporto di lavoro.
Moretti ha anche chiesto che le autorità vigilino rispetto al rischio concreto di licenziamenti di massa che determinerebbero oltre alla compromissione del reddito delle famiglie italiane, un serio pregiudizio per l’auspicabile fase di ripresa e che vengano previsti controlli ai valichi e nella viabilità ordinaria per evitare viaggi di più lavoratori sullo stesso autoveicolo.
“Ho chiesto alle istituzioni elvetiche e italiane – conclude Moretti – ognuno per le proprie competenze, di attivare quanto prima possibile misure a tutela dei nostri lavoratori frontalieri e degli stessi cittadini svizzeri. Misure sia in termini di salvaguardia della salute sia in termini economici e occupazionali”.