Covid-19. Il “racconto” della terribile malattia nelle parole di un’esperta del Morelli

SONDALO – Tra i medici che dal 2 marzo sono impegnati al Morelli ospedale Covid-19 c’è anche Patrizia Zucchi, infettivologa di Ponte in Valtellina, che riporta le difficoltà dei pazienti affetti da una malattia sconosciuta che ha costretto i medici ad acquisire conoscenze e a fare esperienza in corsia, giorno dopo giorno. “I pazienti soffrono molto per la mancanza di respiro – spiega la dottoressa Zucchi – quando sopraggiungono le crisi hanno bisogno di un aiuto immediato e l’isolamento rende tutto più difficile. Chi supera la malattia ne ha un ricordo drammatico, di sofferenza e di stanchezza, di una fase critica lunga e di una ripresa che necessita di molto tempo”. Si tratta inoltre di una patologia ad elevata contagiosità, basta pochissimo per infettarsi, per questo è obbligatorio il distanziamento sociale.

Nelle ultime ore, intanto, sono dieci pazienti ricoverati e tre deceduti a fronte di otto che sono stati dimessi: numeri che confermano l’andamento altalenante degli ultimi giorni. Il miglioramento si intravede se si considerano i risultati dei tamponi: quelli negativi superano i positivi, 75 contro 49. Grazie al sistema “drive through” adottato dall’Asst, con l’attivazione degli ambulatori mobili all’esterno dei Presidi territoriali di Sondrio, Bormio e Dongo, sono sempre di più le persone convocate per essere sottoposte al tampone, 129 soltanto ieri.

“Tutto procede secondo quanto programmato – sottolinea il direttore generale dell’Asst Valtellina e Alto Lario Tommaso Saporito – e nei prossimi giorni, come anticipato, saremo operativi anche a Morbegno, Tirano e Chiavenna. Mi auguro di trovare sempre meno persone positive al Covid-19, per questo chiediamo di rimanere a casa, di uscire con la mascherina e solo in caso di necessità mantenendo la distanza di sicurezza”.