Cervi e colture. Problema accentuato dalla momentanea assenza dell’Uomo

SONDRIO – Il conflitto tra animali selvatici, in particolar modo cervi, e agricoltori è un’annosa questione che si trascina, con varia intensità, da tempo.

“In questo momento – spiega Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio – il problema si è maggiormente accentuato a causa delle giuste norme sanitarie che impongono ai cittadini di rimanere a casa, salvo impegni inderogabili”. Gli animali selvatici, in assenza dell’Uomo, si spostano maggiormente e quindi entrano più facilmente all’interno di campi e superfici coltivate. “Gli sconfinamenti – aggiunge ancora Marchesini – si verificano con più frequenza in meleti, vigne e in prossimità alle aree protette, come ad esempio il Pian di Spagna”.

Difficile trovare una soluzione in grado di risolvere una volta per tutte la questione: la popolazione di cervi – e, più in generale, di animali selvatici – viene regolamentata dalla caccia ma, intanto, gli agricoltori per proteggersi devono fare ricorso alle recinzioni elettrificate che, però, non sempre funzionano.


“È un problema complesso – conclude Marchesini – L’agricoltura è chiamata ad affrontare il delicato compito di trovare un equilibrio tra i campi, fauna e ambiente montano”.

Michele Broggio