Scuola. ”Adotta uno studente”, la campagna dell’Ust di Sondrio

SONDRIO – ”Adotta uno studente, condividi username e password del Wifi con il vicino che conosci e di cui ti fidi ma che non ha la possibilità di collegarsi ad internet per seguire la didattica a distanza”.

È la campagna lanciata dall’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio per contribuire ad abbattere le barriere del digital divide e favorire l’inclusione dei ragazzi. L’invito del dirigente, Fabio Molinari, nasce sulla scorta dell’iniziativa promossa dall’Istituto “Puecher Olivelli” di Rho e giunge in un momento cruciale dell’emergenza sanitaria che ha reso indispensabile il proseguimento delle attività didattiche attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

Molinari fa appello alla generosità di tutti i valtellinesi e valchiavennaschi che dispongono di una rete affinché si rendano disponibili a cedere le password ad uno studente che conoscono e di cui si fidano (o con la famiglia di uno studente) che non dispone di internet e che abita vicino.

“Nonostante gli ottimi riscontri che la didattica a distanza ha finora ottenuto all’interno degli Istituti di tutta la provincia, l’e-learning ha inevitabilmente messo in luce le differenze socioeconomiche delle famiglie – spiega Molinari –. In questo senso le scuole, sostenute dalla generosità di molti enti, associazioni e da singoli cittadini, si sono subito attivate per ridurre al minimo eventuali disparità fornendo ai ragazzi tutti i dispositivi necessari per frequentare le lezioni online. Sono estremamente grato del fatto che in questo momento diverse realtà del territorio si stiano adoperando per contribuire ad arginare il problema. Dal canto mio mi permetto di rivolgere a tutti un appello: perché non pensare all’adozione digitale di uno studente a voi vicino? Se, nel vostro palazzo o nella casa accanto, abita uno studente sprovvisto di connessione Internet e di cui vi fidate, condividere con lui la rete Wifi gli consentirebbe di disporre di un mezzo indispensabile per la didattica a distanza, restare al passo con gli studi e, magari, confrontarsi con i propri compagni. Un gesto di grande solidarietà di cui sarei estremamente riconoscente”.