Non sappiamo quando sarà possibile il ritorno ad una normalità. Sappiamo che la pandemia lascerà anche un disastro economico. In una valle con una struttura socioeconomica come la nostra, chi rischia di pagarne spese elevatissime saranno per prime le piccole imprese familiari artigianali e commerciali. Non ultimi i liberi professionisti e partite Iva. Con conseguente rischio di una forte contrazione dei posti di lavoro se non s’interverrà incisivamente.
Negli ultimi decenni il margine di dette attività si è ristretto a fronte di un giro economico sempre più impegnativo presupponendo investimenti molto più grandi dei ricavi. Questa è la misura stessa della fragilità nella paralisi odierna. Il risultato dell’inevitabile blocco economico è stato e sarà quello di far implodere quasi tutte queste attività, che per mesi non hanno avuto e non avranno introiti, ma solo spese.
Il governo ha disegnato aiuti basati sul prestito, che risultano purtroppo insufficienti a una realtà già pesantemente vincolata al credito bancario dai deficit di liquidità dovuti alla crisi economica degli ultimi anni. Ci si augura che si sappia disegnare anche interventi basati sulla fornitura di liquidità e la parziale esenzione dalla tassazione, anziché concentrarsi sul rinvio dei pagamenti. E questo vale per governo centrale e regionale che ha accesso a fondi UE.
Riteniamo che anche gli amministratori locali della provincia di Sondrio possano sostenere le piccole imprese attraverso misure piccole sebbene lungimiranti.
Riteniamo misure attuabili:
-Per le attività che usufruiscono di spazi pubblici in locazione: annullamento o riduzione consistente dei canoni per l’anno in corso e della COSAP.
– per le attività che fruiscono di spazi privati in locazione: garantire ai proprietari agevolazioni laddove riducano i canoni quest’anno. Intervenendo ad esempio su una riduzione dell’addizionale comunale IRPEF e dell’IMU su immobili di categoria catastale D.
– per tutte le piccole e medie imprese: una ricontrattazione, (anche basata sulla ridiscussione del piano industriale) con SECAM per avere uno sconto consistente su TARI e fornitura acqua per l’anno in corso.
– un’azione unanime per contrattare coi distributori di energia locali un’agevolazione sui costi di fornitura di energia elettrica.
– la costituzione di un fondo di soccorso di liquidità da risorse BIM.
– attuare tutte quelle misure che rendano meno sleale la concorrenza della grande distribuzione, come ad esempio rivedere radicalmente il tema delle aperture domenicali disegnare disposizioni omogenee sugli orari di apertura. Altrettanto efficaci sarebbe la gratuità dei parcheggi nei centri storici dove perlopiù son presenti le vetrine delle piccole botteghe artigiane e commerciali.
– dare un serio disegno unitario e professionistico alla promozione turistica, vettore trainante dell’economia locale, soprattutto in ottica di recupero del mercato turistico.
-per le forniture delle amministrazioni attivare tutti i percorsi possibili per rapportarsi con le aziende del territorio e incentivare i consumatori e le aziende stesse a fare altrettanto.
Speriamo e crediamo che tutto questo venga promosso e attuato dai sindaci della provincia. Ci si augura che anche chi, come il sindaco di Chiavenna, reputi “vergognoso occuparsi di economia quando ci sono i morti in ballo”, si ravveda e comprenda come, senza tessuto economico, non si potranno raccogliere le tasse per pagare un sistema sanitario che salvi le vite.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Sondrio