CHIAVENNA – Nell’emergenza Covid la Valchiavenna ha fatto fronte comune, unendo le forze e le esperienze di pubblico e privato, riuscendo nell’intento di attivare una rete capillare fondata sui volontari. Una quarantina quelli impegnati, fra Croce rossa, 3 Valli, Protezione civile e Alpini, per quasi due mesi, che hanno garantito un sostegno alle persone sole e agli anziani.
“L’esperienza sconvolgente dell’emergenza sanitaria – sottolinea il presidente della Comunità montana della Valchiavenna Davide Trussoni – che purtroppo non abbiamo ancora superato, ci ha restituito un territorio unito e solidale che nel dramma ha trovato la forza e la volontà per garantire un aiuto a chi si è trovato in difficoltà”.
La rete di servizi sociali attivata dal Comune di Chiavenna e dalla Comunità montana della Valchiavenna è stata coordinata dalla cooperativa sociale L’Arca con il progetto “Luoghi comuni”, finanziato da Pro Valtellina e sostenuto dai due enti. Sospese le azioni di welfare comunitario previste a causa della pandemia, il progetto è stato convertito in maniera naturale per sostenere il territorio, stringendo un’alleanza con le associazioni già attive nel campo dei soccorsi.
I volontari, quotidianamente e per più volte al giorno, hanno percorso la valle, gestendo complessivamente quasi 250 richieste che hanno riguardato perlopiù la consegna di pasti, spesa e farmaci. A seguito della riapertura, con la netta diminuzione delle richieste, attualmente il servizio viene gestito dalla sezione Valchiavenna della Croce rossa.
“Per la prima volta abbiamo lavorato tutti insieme, enti pubblici e associazioni – sottolinea l’assessore alle politiche sociali del Comune di Chiavenna Elena Del Re, che ha coordinato il progetto – oltretutto in una situazione eccezionale. Il bilancio è positivo, abbiamo lavorato tutti bene, quindi ci auguriamo che dopo questa prova sul campo, in futuro si possa collaborare ancora”.