MILANO – Verranno discusse, in un vertice con Regione Lombardia, nella mattinata di oggi, le due proposte di sviluppo sanitario avanzate dai sindaci della Provincia di Sondrio.
Gli amministratori dell’Alta Valle vorrebbero un sistema incentrato sugli ospedali di Sondrio, Gravedona e Sondalo, con l’autonomia amministrativa per il Morelli e la creazione di un centro Covid-19 nei padiglioni al momento non utilizzati.
Di diverso avviso gli altri mandamenti provinciali che nei giorni scorsi hanno approvato il Piano dei 71 sindaci, tramite il quale gli amministratori si propongono di rilanciare i presidi di Valtellina e Valchiavenna. Tra gli obiettivi quello della riqualificazione della sanità locale e dei servizi di emergenza territoriale. “L’attività ospedaliera – si legge nel documento – oggigiorno dovrebbe dare risposta alle patologie acute seguendo criteri di efficienza, efficacia, ed economicità”. Attori principali sarebbero i medici di medicina generale, i Presst, le strutture spoke di Morbegno e Chiavenna e le strutture hub di Sondrio e Sondalo per le loro competenze specifiche.
Entrando più nel dettaglio, l’ospedale del capoluogo diventerebbe il presidio di riferimento per tutte le specialità mediche e chirurgiche, oltre che per la patologie a carattere di urgenza complessa.
A Chiavenna, invece, sarebbe necessario mantenere un Pronto soccorso h 24, oltre ad un reparto di medicina per acuti , di chirurgia generale, anestesista , sala operatoria, radiologia, laboratorio con emoteca.
Morbegno, ormai diventato un POT, dovrà fornire, in base alla proposta dei 71 sindaci, direttamente o attraverso accordi di rete con erogatori accreditati, le prestazioni sanitarie e sociosanitarie ambulatoriali e domiciliari a media e bassa intensità rivolte prioritariamente alle persone del territorio di riferimento.
La richiesta per l’ospedale Morelli è quella di trasformare il presidio dell’Alta Valtellina in un IRCCS, ovvero in un istituto di ricerca e cura a carattere scientifico.
“Questo documento – concludono gli amministratori – ha come scopo quello di integrare un nuovo modello di Sanità di Montagna che deve tenere presente il progressivo invecchiamento della popolazione con le sue problematiche, ma anche una risoluzione più rapida ed efficace dell’evento acuto, integrando le risorse territoriali di prevenzione cura ed emergenza con gli ospedali per curare i pazienti nel minor tempo possibile ed in tempi brevi”.