SONDRIO – È ripresa, sebbene molto a rilento, la trattativa per la cessione del Sondrio Calcio, una telenovela infinita e a tratti stucchevole, nemmeno stessimo parlando del “Real Madrid” o del “Manchester United”.
Difficile dire ora come si concluderà la trattativa, in ballo ci sono dei soldi (parecchi), ma la notizia positiva è che il dialogo tra le parti è ricominciato dopo lo stop della scorsa settimana quando le parti parevano sull’orlo di una clamorosa rottura. Senza ritorno. E, invece, la “diplomazia” di alcuni dirigenti ha fatto sì che la trattativa ricominciasse a decollare e, parrebbe, che le cose possano sbloccarsi nella giornata di mercoledì o, al massimo, nel fine settimana quando è previsto un incontro faccia a faccia, piuttosto risolutivo.
La cordata di imprenditori, mantovana, veneta e lombarda, che ha manifestato l’intenzione di rilevare il Sondrio dal presidente Oriano Mostacchi pare decisa a chiudere la cessione in toto per svincolarsi dalla vecchia proprietà e cominciare poi a fare le proprie scelte sia dal punto di vista tecnico che sotto l’aspetto economico. E di cose ce ne sono da fare anche sotto l’aspetto dell’organizzazione di un club che, a livello dirigenziale e dal punto di vista del marketing e della comunicazione, è sempre strato assai “carente”, volendo usare un grande eufemismo.
Tutti i tifosi sperano che questa sia la settimana decisiva, questa d’altronde è l’unica opzione che permetterebbe al Sondrio di rimanere a giocare nel capoluogo di provincia. E, col passare del tempo, è l’unica via percorribile per tenere in vita il Sondrio. Sempre che il presidentissimo Mostacchi, se non dovesse andare in porto la trattativa, non decida di fare da sé per il 28° anno consecutivo, magari aiutato da qualche amico imprenditore. Altrimenti il calcio a Sondrio e in provincia sparirebbe dal radar nazionale e rimarrebbe ancorato al puro dilettantismo e a bassissimi livelli.
RedSpo