SONDRIO – Nel 2020 nei due Punti nascita della provincia, Sondrio e Sondalo, i parti sono stati complessivamente 518, di cui 416 nel nosocomio del capoluogo.
A Sondalo, dove l’emergenza Covid-19 ha causato la sospensione del servizio per circa tre mesi, dalla riapertura del Punto nascita, all’inizio di luglio, al 31 agosto, i parti sono stati 50, contro i 53 registrati nello stesso periodo nel 2019. Un dato in linea che conferma la piena operatività del servizio che garantisce la presa in carico delle future mamme fino alla nascita del neonato.
Quando mancano quattro mesi alla fine dell’anno sono già tre i parti gemellari, tutti negli ultimi mesi, contro i cinque dell’intero 2019. In particolare, si è presentata una sequenza di gravidanze gemellari premature che hanno impegnato l’intero dipartimento materno infantile, diretto dalla dottoressa Lorella Rossi, e, in sala parto, l’équipe del dottor Ciro Sportelli, primario di Ostetricia e Ginecologia.
“Noi facciamo parte di un‘organizzazione in rete che prevede l’integrazione tra le specialità ostetriche e pediatriche e collegamenti stretti tra Sondalo e Sondrio e tra Sondrio e Lecco – spiega la dottoressa Rossi – e che garantisce i livelli di cura più avanzati. L’organizzazione interna al nostro dipartimento e la rete con Lecco e Areu per il trasporto è definita sulla base delle direttive regionali secondo un approccio multidisciplinare. L’obiettivo è quello di assicurare i migliori livelli di assistenza e le migliori cure, sempre e comunque, contemplando anche il trasferimento dei pazienti quando è necessario”.
All’interno di questa rete è previsto anche il “back transfer“, ovvero il ritorno del neonato prematuro che ha superato la fase critica o della gestante per la prosecuzione dell’assistenza e delle cure nell’ospedale più vicino alla residenza.