SONDRIO – L’industria alimentare sciopera il 9 ottobre per il rinnovo del contratto. Lo hanno deciso le sigle sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil che hanno prorogato lo stato di agitazione per altre 4 settimane, con blocco degli straordinari, della flessibilità e delle prestazioni aggiuntive, in tutte le aziende che non hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale.
A fine luglio è stata siglata l’intesa sul rinnovo tra i sindacati e Unionfood, Assobirra e Ancit, ma non con le altre associazioni datoriali coordinate da Federalimentare. “Questo perché – sottolineano dalle sigle sindacali – secondo la federazione legata a Confindustria, un aumento di ulteriori 13 euro al mese a partire dall’aprile del 2023 sarebbe eccessivo”.
L’alimentare italiano vede operare 56.750 imprese – 62mila se si considerano anche quelle artigiane – con 385mila addetti – 457mila addetti se si considerano anche quelle artigiane – per un fatturato totale di 140 miliardi di euro. La Lombardia, con circa 5,38 miliardi di euro, si colloca al primo posto nella graduatoria delle regioni italiane con il più elevato valore aggiunto dell’industria alimentare e delle bevande, e occupa circa 70mila addetti, rappresentando quasi il 20% della forza lavoro nazionale nel settore.
“I numeri gridano vendetta – concludono dai sindacati – e segnano l’importanza di raggiungere il rinnovo contrattuale per tutti gli operatori del settore, impegnati nei posti di lavoro anche nella fase emergenziale. Per questo la mobilitazione continua in tutte le aziende che non hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale”.