LECCO – Respinte le accuse da parte degli avvocati difensori nel processo legato alle presunte corruzioni al Mandic di Merate. Incriminati per avere pagato e intascato mazzette per favorire due imprese valtellinesi, la Sandrini Costruzioni e la Castelli Leopoldo Costruzioni, per i nove imputati erano state chieste pene pesanti, oltre 20 anni complessivamente.
Nei guai sei valtellinesi (Giovanni Maria Castelli, Patrizio Zoaldi e Mauro Meraviglia di Sondrio, Maria Lia Gusmeroli, Maurizio Quadrio e Marco Fascendini di Morbegno), due milanesi (Gian Guido Marzoli e Michele Rigat) e un brianzolo (Claudio Redaelli).
I fatti risalgono al giugno del 2013 e sono riferiti all’appalto con base d’asta di 387.000 euro con gara a cui parteciparono le ditte Castelli, Quadrio e Meraviglia. La prima vinse con un ribasso del 5%, le altre si ritirarono; per l’accusa il responsabile della gara dell’Asst (allora azienda ospedaliera di Lecco) Michele Rigat si sarebbe intascato due tangenti, da 5mila e 4mila euro, tra luglio e ottobre di quell’anno. Contestata inoltre la turbativa d’asta, sullo sfondo pure la creazione di fondi neri per pagare tangenti.