SONDALO – “La situazione si aggrava di giorno in giorno e siamo sempre più vicini ai numeri della prima metà del mese di aprile. Stiamo rimodulando le attività dell’ospedale di Sondrio per liberare personale medico, infermieristico e socio sanitario da trasferire a Sondalo e stiamo organizzando i reparti Covid-19 per rispondere tempestivamente alle esigenze che di ora in ora emergono. Siamo in piena emergenza”.
Le parole del direttore generale Tommaso Saporito descrivono la situazione che il sistema sanitario provinciale è chiamato a fronteggiare con il continuo aumento delle persone contagiate le cui condizioni peggiorano che necessitano di cure ospedaliere. Tra questi molti anziani fragili affetti da altre patologie ma anche persone più giovani e in perfetta salute prima di essere aggredite dal coronavirus.
Oggi i malati Covid-19 ricoverati sono 150 e i decessi negli ultimi due giorni sono stati sei, cinque uomini e una donna, di questi uno nato negli anni Venti, tre negli anni Trenta e due negli anni Cinquanta. Dal 1° novembre i decessi sono stati 24, una media di due al giorno. I pazienti in gravi condizioni in Terapia intensiva sono undici.
Dei 221 malati ricoverati nel solo mese di novembre, 116 sono ancora in cura al Morelli dove sono operativi cinque reparti Covid-19, quattro nel primo padiglione e uno nel quarto, dove si trovano anche i due moduli della Terapia intensiva e l’Obi, l’Osservazione breve intensiva, che accoglie 15 pazienti, mentre nell’Obi di Sondrio ce ne sono altri sei.
Per quanto riguarda i tamponi, sono poco meno di 9500 quelli analizzati dal Laboratorio dell’Asst tra ottobre e novembre, di cui 1335 risultati positivi: un dato che comprende sia i nuovi contagi che i test di controllo. Se si considera il solo mese di novembre, quindi i primi 12 giorni, i tamponi analizzati sono circa tremila, di cui 557 positivi, tra questi anche i 52 riscontrati tra i tremila dipendenti.
Dal 1° ottobre sono 78 i dipendenti risultati positivi, 50 donne e 28 uomini: la maggior parte non è ancora rientrata al lavoro. Oltre a questi sono assenti i tanti dipendenti che si trovano in quarantena fiduciaria nelle loro abitazioni perché hanno avuto contatti con persone positive.