SONDRIO – L’emergenza pandemica ha inasprito i problemi economici e sociali innescati dalla crisi del 2008. La dinamica recessiva dell’Italia è al centro dell’analisi che Stefano Paleari – già presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e commissario straordinario di Alitalia – ha sviluppato nel libro “La guerra non dichiarata”: “Un’opera dall’approccio ingegneristico che prende in esame quei trend negativi che il Paese non è ancora stato in grado di invertire”, ha affermato l’autore durante l’incontro online che ha aperto la rassegna culturale “Sentieri letterari nella contemporaneità” organizzata dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio e Cremona.
Tra i relatori anche Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Acri, e da Remo Morzenti Pellegrini, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e presidente del Comitato regionale delle Università lombarde. Alla videoconferenza, trasmessa in diretta sul canale Youtube dell’Ust, hanno partecipato il dirigente dell’Ust di Sondrio, Fabio Molinari mentre il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, Augusta Celada, ha seguito i lavori da remoto.
Paleari ha spiegato: “Le tendenze in atto hanno prodotti cambiamenti analoghi a quelli che soltanto una guerra è in grado generare. Gli effetti immediati e sconquassanti della pandemia si sono sommati a quelli, più lenti ma non meno radicali, che l’Italia sta continuando a sperimentare dopo lo scoppio della grande recessione. Probabilmente non ci siamo resi conto della deriva verso cui eravamo indirizzati”.
Paleari quindi ha osservato che “in dieci anni abbiamo perso un quarto delle nascite e, secondo le stime, l’anno prossimo i nuovi nati saranno meno di 400mila. Un calo pari a quello determinato da un evento bellico, a causa della partenza dei soldati al fronte. Per la prima volta le nuove generazioni si troveranno in un contesto di ricchezza misurata più povero rispetto a quello dei propri genitori”.
Ma il calo demografico è soltanto uno degli indicatori presi in considerazione dall’autore: “L’Italia ha patito un crollo sia della produzione industriale che dei valori immobiliari. Non in tutta Europa si registrano gli stessi andamenti: Germania, Francia e Inghilterra, ad esempio, hanno saputo fare meglio di noi”.
In un quadro deteriorato, aggravato “dalle ferite prodotte sul versante della giustizia, dell’istruzione e della sanità”, il Paese ha continuato ad accumulare debito: “Purtroppo la spesa previdenziale è fuori controllo – ha dichiarato Paleari – e assorbe tutte le risorse che potrebbero essere impiegate per invertire i trend in peggioramento”. Paleari, nel suo libro, avanza proposte concrete, che seguono due direttrici: da un lato “la necessità di intervenire sul cambiamento climatico, che ci impone una nuova dinamica di sviluppo sociale con l’intervento di istituzioni mondiali”, dall’altro “l’intoccabilità dell’appartenenza all’Europa, perché per l’Italia non può esistere futuro al di fuori del contesto europeo”.