SONDRIO – La situazione della seconda ondata della pandemia da Coronavirus, che si protrae da tre mesi, rimane molto difficile e non lascia intravedere spiragli
Un continuo saliscendi, ma sempre su numeri alti, caratterizza la situazione dei malati Covid-19 ricoverati nelle strutture ospedaliere della provincia di Sondrio: lunedì erano saliti a 180 e oggi sono scesi a 175, uno in più di venerdì scorso. Da settembre, con l’inizio della seconda ondata, sono stati ricoverati oltre 800 pazienti Covid, di cui 522 guariti. I morti salgono a 121, di cui 54 donne e 67 uomini.
Una situazione che rimane difficile e che non lascia intravedere spiragli, come spiega la dottoressa Chiara Rebucci, responsabile dei reparti covid-19 al Morelli di Sondalo, dove sono accolti tutti i pazienti, con la sola eccezione di due ricoverati a Chiavenna. “Il lavoro è sempre moltissimo – sottolinea -: anche se i numeri delle persone che si presentano in Pronto soccorso manifestando una sintomatologia sospetta si sono ridotti, i nostri reparti sono ancora pieni. Il ricambio è più veloce e i pazienti accolti negli Obi non devono attendere giorni prima di trovare un posto nei nostri reparti, come accadeva nelle scorse settimane, ma sono ancora moltissime le persone che necessitano di cure. Dopo tre mesi di lavoro intenso e con la prospettiva di dover proseguire su questi ritmi ancora per molto tempo – conclude la dottoressa Rebucci – cerchiamo di andare avanti un giorno alla volta perché sta diventando sempre più difficile”.
La concomitanza tra problematiche divenute croniche, quali la carenza di personale medico e infermieristico e le difficoltà nel reclutamento, l‘emergenza sanitaria, che ha obbligato a concentrare attenzione e risorse sui malati Covid-19, e le assenze dei dipendenti positivi o in quarantena ha costretto l’Azienda a rivedere l’organizzazione delle strutture ospedaliere e a ottimizzare l’attività allo scopo di garantire prestazioni e cure ai cittadini della provincia di Sondrio.
L’emergenza urgenza è stata concentrata su Sondrio, ospedale che ha al suo interno le professionalità e le apparecchiature per intervenire sui pazienti, mentre i casi più gravi, così come i pazienti positivi al Covid-19 che necessitano di un intervento, di terapie o osservazione a causa di traumi o malattie, vengono trasferiti in altri ospedali della Lombardia individuati dalla Regione quali hub per rispondere a bisogni più specifici.
È il caso, ad esempio, delle donne in gravidanza positive, che non partoriscono a Sondrio, oppure di soggetti Covid positivi che devono essere sottoposti a interventi chirurgici, terapie o osservazione in emergenza urgenza. Una situazione peraltro comune a molti ospedali di provincia della Lombardia che si avvalgono del supporto dei centri sanitari maggiori della Lombardia.