SONDALO – Mancano ormai pochi giorni – c’è tempo fino al 15 dicembre – per votare il Villaggio Morelli, l’ex sanatorio più grande d’Europa, come “Luogo del Cuore” FAI.
Tra i sostenitori della candidatura del Morelli anche il professor Marco Vitale, insigne economista legato alle montagne dell’Alata Valtellina e a Valfurva, dove possiede una baita e da dove ha rivolto il suo appello per sostenere l’ospedale di Sondalo.
“Il Villaggio Morelli – sottolinea Vitale – entra, in pieno diritto, tra i candidati più validi per questo riconoscimento, per la molteplicità di valenze, testimonianze, componenti culturali, potenzialità future che esso rappresenta”.
Il Villaggio, ad oggi, ospita un ospedale – punti di riferimento per i tanti turisti che vivono la Valtellina, oltre che per gli abitanti – la cui esistenza, secondo molti, sarebbe minacciata dalle scelte di gestione sanitaria intraprese da Regione Lombardia.
La struttura, però, ha anche una valenza “storica” come non manca di ricordare lo stesso Vitali: “Esso è infatti un monumento naturalistico ancora sostanzialmente intatto, inserito nel cuore di una delle aree più salubri dell’arco alpino. Ma è anche un monumento storico, occupando una porzione importante nella storia della medicina ospedaliera, come è testimoniato anche dal suo piccolo ma significativo museo. Esso è un monumento della cultura architettonica e ancora oggi la ricchezza e la valida funzionalità dei nove padiglioni che costituiscono il Villaggio è una ricchezza del territorio da valorizzare e non da lasciare deperire”.
La struttura a padiglione dell’ospedale Morelli, come ricordato più volte, potrebbe essere ideale per sviluppare un centro di ricerca e formazione d’eccellenza sulle malattie infettive e sulla medicina sportiva, fungendo anche da centro di riabilitazione per diverse patologie.
“Mi auguro – conclude Vitali – che gli abitanti della Valtellina si ricompattino intorno a questa speranza e a questo impegno, come hanno saputo fare, lo scorso agosto, per fermare un’azione distruttiva dell’ospedale, promossa da persone e amministratori pubblici che non amano il territorio e la Lombardia e che non hanno la minima idea di tutte queste valenze. Classificarsi nella fascia alta dei ‘Luoghi del Cuore’ FAI, non porta grandi vantaggi materiali immediati, ma porta notorietà, prestigio, rispetto e soprattutto testimonianza che la popolazione ama il proprio territorio e la sua storia”.