ROMA – Dopo una giornata di tensione tra governo e Regioni con oltre tre ore di dibattito sulla data della riapertura in presenza delle scuole superiori, la difficile mediazione tra i partiti della maggioranza che sostiene (non senza crepe) il premier Conte è caduta sull’11 gennaio.
Il Consiglio dei Ministri di lunedì sera ha dato il via libera al decreto che entrerà in vigore a breve introducendo fra l’altro un Rt più rigido per la classificazione di rischio a livello regionale. Scuole superiori al 50% in presenza, il restante 50% con la didattica a distanza mentre le elementari e medie riapriranno regolarmente giovedì 7 gennaio, (alcune Regioni stanno però decidendo “in autonomia“). Con i dati attuali, lunedì 11 gennaio potrebbero non tornare in classe, gli studenti delle superiori di Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia – le regioni cioè in cui l’Rt è attorno all’1 (e passando in zona arancione o rossa, la didattica in presenza non si potrebbe svolgere).
In linea generale, sabato 9 e domenica 10 gennaio l’Italia sarà tutta “zona arancione”. Niente spostamenti tra regioni diverse fino al 15 gennaio, nel fine settimana del 9 e 10 gennaio in tutta Italia chiusi bar e ristoranti.