SONDRIO – La chiusura anticipata alle 18 dei bar penalizzerebbe fortemente, secondo Coldiretti Sondrio, la viticoltura valtellinese e valchiavennasca. Il settore, in tutta Italia, vale oltre 11 miliardi di euro all’anno e risulta fondamentale per l’economia della provincia di Sondrio.
L’entrata in vigore del DPCM del 14 gennaio che vieta dopo le ore 18 la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande rischia quindi di tradursi, di fatto, in una disparità di trattamento per la vendita di bevande alcoliche a discapito delle enoteche nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali resta correttamente consentita la vendita dei vini.
“Infatti, fino al prossimo 5 marzo, l’acquisto di bevande alcoliche – sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini – potrà essere effettuato anche dopo le 18 presso la grande distribuzione e altri esercizi di vicinato che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel suddetto divieto”.
Le enoteche hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio: in Lombardia, il loro numero è cresciuto negli ultimi anni sfiorando quota mille.
Ma il vino “made in Valtellina” – dai Docg “Valtellina Superiore” allo “Sforzato di Valtellina Docg”, ma anche il “Rosso di Valtellina Doc” e il “Terrazze Retiche Igt” registra successi anche nelle 480 enoteche della capitale, Roma, e perfino nella provincia che conta il maggior numero di esercizi specializzati per la vendita di vino, ovvero Napoli, con quasi 530 unità. “Una tendenza che – precisa la Coldiretti – va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza”.