Lettera. “Io in cassa integrazione, ma al super nessun controllo”

Salve,
Sono una commessa di un negozio di abbigliamento, essendo in zona rossa sono a casa.

Il negozio per il quale lavoro ha dovuto chiudere domenica e io sono in cassa integrazione.

Oggi sono andata in un noto supermercato sito all’interno di un centro commerciale, per la spesa, e mi è sorta una domanda: ma la legge è uguale per tutti?

Tutto il reparto abbigliamento era fruibile, nemmeno transennato. Commesse esponevano prodotti in sconto, e non solo quelli permessi da legge, intimo, calzature, ecc, ma avrei potuto acquistare pantaloni, giacche e vestiti.

Perché loro possono e i negozi normali no?
Perché io devo stare a casa con lo stipendio decurtato e loro ( un’azienda da 3 miliardi di fatturato annuo) non transennano e smettono di vendere prodotti non consentiti nonostante il divieto?

Il mio ragionamento non vale solo il reparto abbigliamento. Girando per la galleria ho notato che anche i negozi di casalinghi avevano le serrande abbassate. Ma all’interno del supermercato tutto era in vendita.

La domanda che mi pongo di più è: perché nessuno li controlla?
Ad esempio a Colico molti sono stati gli esercenti posti a controllo da parte delle autorità, che hanno anche ricevuto sanzioni per aver trasgredito. Chi sono loro per non ricevere controlli o sanzioni?

Parlando con alcuni conoscenti ho scoperto che anche negli altri supermercati della stessa società l’antifona è la stessa, addirittura sotto Lecco sono presenti ancora i tavolini dove le persone possono consumare seduti ciò che viene acquistato d’asporto nei bar.

Sarò ripetitiva ma una persona normale, come me, può solamente pensare che la legge per loro non valga.

Lettera firmata