SONDRIO – Il dottor Alessandro Bertolini, direttore di Oncologia Medica nell’ospedale di Sondrio, lunedì ha ricevuto la seconda dose di vaccino anti covid, riportiamo la sua testimonianza.
Breve addendum alla mia cronaca vaccinale di tre settimane fa (il non detto).
Ieri pomeriggio ho fatto la seconda dose di vaccino Pfizer.
L’ho ricevuto dopo aver eseguito da ottobre a mercoledì scorso 13 tamponi nasofaringei e 4 test sierologici. La letteratura sostiene che tra una settimana sarò immune al 95%. Un bel risultato, che mi fa pensare di essere fuori da un incubo. Finalmente vedo una luce all’orizzonte, dopo i 13 tamponi preventivi e i 4 test sierologici, non fatti perché io sia un raccomandato, anzi. Dei miei colleghi di reparto, sei si sono contagiati nelle ultime settimane e il monitoraggio di tutti gli altri si è reso pertanto obbligatorio. Avevo una ragione quando vi ho raccontato della prima dose, scrivendo di essermi sentito come il milite in trincea alla fine della guerra, allora non ho chiarito il perché e lo faccio ora.
Ad una collega del mio gruppo è accaduto di infettarsi dieci giorni fa, dopo il primo vaccino e così pure ad altri che conosco. Ciononostante il nostro ospedale entro due settimane avrà completato la seconda dose per tutti i dipendenti. Dopo mesi di attenzione e preoccupazioni, saremo liberi dal timore di portare a casa il virus. Vedete, nessuno si è mai preoccupato per se stesso nell’assistere i malati, però tutti abbiamo temuto per le nostre famiglie. I 13 tamponi sono stati ogni volta un’attesa snervante, che ha coinvolto l’intera casa.
Ma veniamo alle ultime due informazioni.
La prima è il ritardo nella fornitura dei vaccini, che forse modificherà la tempistica della vaccinazione di massa. Se accadrà sarà per pochissime settimane e questo non deve scoraggiare. In ogni caso siamo alla vigilia di una grossa opportunità nazionale ed è necessario che tutti si proteggano e corrano meno rischi possibili, anche se dovesse costare qualche settimana o mese in più di attesa. Bisogna essere pronti al primo allarme a correre nei rifugi, perché sul Piave era così.
La seconda cosa è che quando sarà il vostro turno non dovrete perdere l’occasione che potrebbe modificare la vostra vita e quella dei vostri cari, seguendo false verità. Io sto bene e se tornassi indietro lo rifarei senza dubbio alcuno. La scienza ci sta aiutando, va colta.
Dr. ALESSANDRO BERTOLINI, primario dell’Oncologia di Sondrio e membro di Colico di Tutti
Foto in copertina tratta da: Facebook