SONDRIO – La crisi economica scatenata dall’epidemia di Covid-19 ricade, in maniera particolarmente pesante, sui giovani imprenditori.
Ad esserne convinta è Valentina Donagrnadi, 23 anni, allevatrice di Bormio e delegata di Coldiretti Giovani Impresa, che sintetizza le preoccupazioni e le difficoltà che le nuove generazioni di imprenditori agricoli valtellinesi e valchiavennaschi vivono in tempo di pandemia.
“Ogni realtà vive problemi diversi – racconta – ma parlando con molti colleghi uno dei nodi è quello degli investimenti, con la necessità di dover rimodulare i tempi per finire le opere: la chiusura e il fermo cantieri di questa primavera ha inciso notevolmente, un altro problema è la necessità di dover riprogrammare i piani di rientro. La portata della crisi lo impone”.
Il lockdown ha dettato, per molte realtà, la necessità di optare per scelte commerciali diverse rispetto al passato: “Vale l’esempio di chi, come me, ha un agriturismo: negli anni passati, esso assorbiva circa il 90% della produzione aziendale, ma con le strutture chiuse e il turismo azzerato abbiamo dovuto reinventare l’intera strategia commerciale, ad esempio con il conferimento del latte”.
Se il lockdown si fosse limitato ai mesi di marzo e aprile i contraccolpi economici negativi sarebbero stati, certamente, più contenuti ma con il perdurare delle restrizioni la situazione si fa sempre più fosca.
“Stringere i denti è imperativo – conclude Donagrandi – ci saranno ancora mesi duri da affrontare, in ogni caso preparandoci a una transizione che dovrà portare alla ripresa: per noi giovani è importante continuare a lavorare, a resistere e, per chi può farlo, investire. I risultati, prima o poi, dovranno arrivare”.