Maestri di sci. 21 mesi di stop per 15mila professionisti: “Tira-molla irrispettoso”

ROMA – La decisione di prolungare la chiusura degli impianti di risalita fino al prossimo 5 marzo ha lasciato “sconcertati e sgomenti” i membri dell’Associazione Maestri Sci Italiani che hanno appreso la notizia solamente alle 19 di ieri sera, domenica 14 febbraio.

Centinaia di professionisti della neve legati alla Scuola Italiana Sci si sono attrezzati e organizzati con il massimo rigore e pronti ad attenersi scrupolo ai protocolli previsti, investendo risorse in una stagione già di per sé drammatica per il comparto, per essere comunque in pista alla riapertura prevista del 15 febbraio.

“La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti – sottolinea il presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli – Ci uniamo al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale”.

Secondo i professionisti della neve le modalità e le tempistiche di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15mila famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020.

“Come non mai – prosegue Bonelli – ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro. Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15mila maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla‘ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi“.

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