SONDRIO – La mancata riapertura degli impianti di risalita ha ulteriormente danneggiato una stagione turistica già fortemente compromessa.
“Soprattutto – sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini – fa male l’annuncio di una ‘marcia indietro’ sull’apertura degli impianti da sci quando tutto era pronto, la neve battuta, gli skipass prenotati così come i soggiorni negli agriturismi e negli hotel, che avevano ovviamente calibrato anche scorte e ordinativi”.
La chiusura degli impianti anche nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale, che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro annui, su base nazionale tra diretto, indotto e filiera. In provincia di Sondrio le attività dell’indotto, con il prolungato stop degli impianti, subiranno un calo del fatturato che, in alcuni casi, supererà il 90%.
“Il 2021 è iniziato all’insegna di nuovi e fondati timori per gli operatori delle filiere del cibo, dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato ulteriori perdite di svariati milioni di euro – aggiunge Marchesini tinteggiando uno scenario cupo che, oltre ai locali di ristorazione, coinvolge per intero quell’indotto che parte dai campi per raggiungere la tavola – Le imprese agricole sono l’anello di partenza, che viene colpito a catena, senza contare le perdite drammatiche per il settore agrituristico”.