SONDRIO – Seconda notte di super lavoro per gli agricoltori valtellinesi per salvare 50.000 quintali di mele dalle gelate che, negli ultimi due giorni, hanno stretto d’assedio la provincia di Sondrio, con il termometro che nelle primissime ore della giornata ha toccato i -3°.
La strategia è stata quella di usare “il gelo per combattere il gelo”: si sono quindi nuovamente attivati, per la seconda notte di fila gli impianti di irrigazione che, dotati di ugelli speciali, hanno bagnato le piante creando quel sottile strato protettivo di acqua ghiacciata che, con lo sbalzo termico, riesce a mantenere la pianta sugli 0 gradi, preservandola da danni causati da temperature più basse.
Si è potuta quindi salvare la produzione del Tiranese, grazie all’impianto consortile antibrina “Sponda Soliva”, attivo sui terreni di Villa di Tirano, Bianzone e Teglio, che ricopre una superficie di 120 ha. Ad esso si aggiungono altri impianti gestiti privatamente.
“I dispositivi antibrina coprono il 25% della superficie totale coltivata a mele in Valtellina – aggiunge Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio -. È tuttavia complesso stimare l’esito dei danni della brinata sul restante 75%, dato che l’escursione termica dalla Bassa alla medio-alta Valle è marcata e occorrerà tempo perché il danneggiamento sia visibile”. In ogni caso, l’ultima ondata di gelo fuori stagione potrebbe costare ai melicoltori valtellinesi centinaia di migliaia di euro, concentrati proprio in quelle zone produttive dove i meleti non sono dotati di impianti antibrina. Molto dipenderà anche dall’andamento delle temperature dei prossimi giorni: ad esempio, all’inizio della prossima settimana non si esclude un ritorno sottozero del termometro, con anche la ricomparsa della neve sui meleti di valle”.
La Mela Valtellina Igp è, peraltro, una delle sei mele a denominazione di origine riconosciute dalla Ue, insieme alla Mela Val di Non Dop, Mela Alto Adige Igp, Mela del Trentino Igp, Melannurca Campana Igp e Mela Rossa Cuneo Igp.
Gli effetti dell’ondata di freddo gelido ha colpito, oltre alla Valtellina, diverse regioni italiane, dalla Lombardia al Piemonte, dal Trentino al Veneto, dall’ Emilia Romagna alle Marche, dalla Toscana al Molise. Se in provincia di Sondrio è stata spruzzata acqua sulle piante per creare un velo protettivo contro il gelo proteggere la frutta, a Padova sono stati addirittura accesi i falò notturni per riscaldare i ciliegi in fiore, mentre nelle serre – sottolinea la Coldiretti – è stato aumento il livello di riscaldamento con costi aggiuntivi per le imprese.
Una situazione drammatica per molte imprese agricole che in tutta Italia – precisa la Coldiretti – hanno visto perdere in una giornata il lavoro di un intero anno. Pomodori, zucchine, peperoni ed altri ortaggi sono compromessi nel centro nord Italia ma anche le piante ornamentali hanno sofferto per le gelate notturne con photinie, evonimi, allori ed altre piante che in Toscana avevano già vegetato vedono compromessa la loro bellezza (e vendibilità) a causa delle basse temperatura che danneggiano le loro foglie.
Dopo le alte temperature dei giorni scorsi che hanno favorito il risveglio della vegetazione le piante sono state sottoposte ad un terribile shock termico con effetti sulle produzioni. Oltre a frutta e verdura a rischio – precisa la Coldiretti – le coltivazioni più precoci di mais, che potrebbero dover essere riseminate ma fuori dal riposo invernale e, pertanto, più sensibili al gelo, ci sono anche la vite e l’ulivo.
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