Covid. Al Morelli due motivi di preoccupazione e pressione sempre altissima

SONDALO – La tendenza alla diminuzione dei pazienti Covid-19 in cura all’ospedale Morelli si conferma anche in questa settimana, seppure con numeri più bassi: dai 140 ricoverati di inizio aprile si è scesi ai 117 di oggi, ma soltanto due in meno rispetto a lunedì scorso. La settimana scorsa il calo era stato più marcato.

A destare qualche timore è il dato in aumento dei ricoveri, 28 in quattro giorni, contro i 10 del weekend scorso. Lo scarto con i dimessi, 26, è tornato ad essere negativo: non è un buon segnale.

Tra i 117 pazienti undici sono ricoverati in Terapia intensiva in gravi condizioni. Quattro i morti registrati da lunedì, tre uomini e una donna, di cui due nati negli anni Quaranta e due negli anni Cinquanta.

Il lavoro per il personale medico e infermieristico impegnato nell’ospedale Covid-19 della provincia di Sondrio, nei cinque reparti dedicati nel primo e nel quarto padiglione, oltre alla Terapia intensiva, continua ad essere intenso. Da ottobre dello scorso anno il numero dei malati non è mai sceso sotto la soglia di 90, con la seconda ondata che è sfociata nella terza senza soluzione di continuità.

Da sei mesi la pressione sull’intero sistema sanitario provinciale è a livelli altissimi, poiché all’impegno nella cura dei pazienti ricoverati in ospedale si aggiungono l’effettuazione dei tamponi e la somministrazione dei vaccini. La riorganizzazione dell’attività, che ha comportato l’accorpamento di alcuni servizi e la riduzione delle giornate di apertura degli ambulatori, è stata una scelta obbligata per garantire la turnazione del personale, in presenza di una carenza negli organici che nemmeno i continui concorsi e le iniziative per il reclutamento di medici e infermieri sono riusciti a colmare.