SONDRIO – Cgil e Cisl esprimono contrarietà in merito all’esternalizzazione della gestione dell’asilo nido “La Cocinalla” di Sondrio la cui gestione sarà affidata ad una cooperativa trentina.
“Riteniamo pericoloso restringere il perimetro pubblico nei servizi all’infanzia – sottolineano le sigle sindacali – anche perché è evidente che si rischia l’effetto domino. Ciò anche alla luce delle recenti notizie emerse rispetto a un processo analogo, o comunque simile, che potrebbe riguardare il futuro dell’asilo nido comunale di Chiavenna. Da parte nostra, ci opponiamo e continueremo ad opporci nettamente a queste scelte, portate avanti dalle Amministrazioni comunali, ritenendole molto gravi e profondamente sbagliate”.
La scelta di esternalizzare, secondo i sindacati, risponderebbe solo alla logica della riduzione del costo. “Come è possibile, da parte delle Amministrazioni, rinunciare alla gestione diretta proprio nel momento in cui le assunzioni sono assolutamente possibili e mentre il Pnrr stanzia ben 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d’infanzia? Scegliere la via dell’appalto e rinunciare alla gestione diretta significa togliere continuità pedagogica e quindi mettere in difficoltà le bambine e i bambini e quel rapporto di fiducia che, una volta interrotto, va ricostruito ogni volta dal principio”.
Difficile dire, per ora, se anche “La Coccinella” subirà questo processo ma, come sottolineano ancora i sindacalisti: “Quel che è certo è che esternalizzare significa levare al personale educativo tutele contrattuali, salario – per educatrici/educatori e insegnanti ben 230 euro in media in meno al mese – e ore da dedicare alla formazione e alla programmazione didattica”.
Nell’asilo del capoluogo, inoltre, da settembre coesisteranno lavoratrici e lavoratori con due contratti e stipendi e diritti differenti: da una parte il personale comunale, dall’altra dipendente dalla cooperativa sociale.
“Da parte nostra – concludono Cisl e Cgil – ribadiamo la forte preoccupazione rispetto all’ennesimo arretramento del servizio pubblico nel nostro territorio, per le prevedibili conseguenze che ci saranno sia nei confronti di lavoratrici e lavoratori, sia rispetto alla qualità del servizio”.