TIRANO – I Finanzieri del Comando Provinciale di Sondrio hanno sequestrato ad un imprenditore tiranese attivo nel settore immobiliare, denaro ed immobili per un valore complessivo di 150mila euro. L’ordine di sequestro preventivo è è stato emanato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Sondrio, Pietro Della Pona, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Stefano Latorre.
Le indagini di polizia giudiziaria, eseguite dalla Tenenza di Tirano su delega della Procura della Repubblica di Sondrio, sono scaturite da una serie di verifiche e controlli fiscali, avviati dai finanzieri nei confronti di due società tiranesi rappresentate dall’imprenditore “evasore totale”. Tali società, infatti, pur essendo operative, non presentavano dal 2015 le dichiarazioni fiscali obbligatorie.
Le attività di indagine, di natura finanziaria e documentale, hanno svelato sistematiche condotte di evasione fiscale: le attività imprenditoriali celate al fisco hanno, infatti, giustificato il provvedimento disposto dal Tribunale di Sondrio a carico dell’imprenditore ed il sequestro di denaro e di un immobile nel comune di Tirano.
Le attività ispettive condotte dalla Guardia di Finanza di Tirano hanno portato anche alla scoperta di un caso di evasione fiscale “internazionale”. È stata, infatti, individuata una ulteriore entità imprenditoriale “esterovestita”, ovvero una società avente formalmente sede nel vicino Canton Grigioni svizzero, ma di fatto residente ed operante in Italia.
Tale fenomeno, denominato “esterovestizione”, consiste nella fittizia localizzazione della residenza fiscale all’estero, per sottrarsi agli adempimenti tributari previsti dall’ordinamento di reale appartenenza e beneficiare, conseguentemente, del regime impositivo più favorevole vigente nel Paese prescelto.
Dagli approfondimenti svolti dai finanzieri è emerso che la società di diritto elvetico era formalmente intestata ad un soggetto terzo, ma veniva di fatto gestita dall’imprenditore tiranese; attraverso l’effettuazione di controlli incrociati e l’analisi di copiosa documentazione, anche informatica, è stato possibile constatare l’esterovestizione della società, la cui amministrazione è
stata ricondotta in Italia, unitamente ad una base imponibile sottratta al fisco di oltre 230mila euro.