SONDRIO – L’olio made in Italy dice addio ad una bottiglia su quattro ma la produzione della provincia di Sondrio è in controtendenza rispetto al trend nazionale.
Questo quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Ismea che stimano una produzione nazionale di 273 mila tonnellate per effetto soprattutto del calo nelle regioni del Sud dove si concentrano i maggiori raccolti con Puglia, Calabria e Sicilia che fanno registrare contrazioni nella produzione rispettivamente del 45%, 36% e 5%.
Il tutto, mentre la Valtellina va in controtendenza e, nell’ultimo anno, vede crescere quella che è ancora considerata una produzione di nicchia, ma comunque in espansione: in ogni caso è molto importante verificare attentamente l’etichetta anche se – denuncia la Coldiretti – sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva.
“La coltivazione dell’ulivo ha ormai raggiunto i 100 ettari di superficie in provincia di Sondrio. Un dato che nessuno avrebbe potuto prevedere – sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini – E in più il nostro olio, già in commercio con le prime etichette made in Valtellina, è buonissimo, specchio di un territorio vocato. Una realtà vincente e concreta, nata da ciò che fino a pochi anni fa era pura sperimentazione. Ciò ha permesso anche di recuperare aree agricole inutilizzate nonché i terrazzamenti che, in origine, ospitavano vigneti già conquistati dal bosco e riportati a nuova vita dagli olivicoltori. Sempre più imprese agricole decidono di affiancare questa coltura alle loro produzioni più tradizionali. E la coltura è tuttora in espansione”.
La Valtellina è tra le zone più a nord per la coltura dell’olivo – la sua combinazione con le altezze, dato che gli alberi, coi loro frutti, si coltivano fino ai 6-700 metri di quota. L’olio 2020 sarà di qualità, grazie alla buona fioritura e a un’estate dal clima generoso: nemmeno le piogge autunnali e le basse temperature delle ultime settimane non sono riuscite a compromettere lo scenario, se non sotto il profilo delle rese al frantoio che per la stagione 2020 si attesteranno sul 10%/11% contro una media del 12%/13% e punte del 14%-15% nelle annate migliori.