SONDRIO – Con il primo step temporale dello sblocco dei licenziamenti al Cisl di Sondrio ha deciso di fotografare – alla data del 30 giugno – l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Valtellina e Valchiavenna.
I dati dell’Inps della CIG di giugno ’21 vedono per il nostro territorio un raddoppio delle ore rispetto al precedente mese di maggio.
“Al netto delle dinamiche dei tempi tecnici di approvazione e di uscita dei decreti si nota che l’incremento riguarda la Cassa Ordinaria – sottolinea Davide Fumagalli, segretario Generale Cisl Sondrio – ossia l’ammortizzatore sociale prevalente di aziende per le quali il blocco dei licenziamenti è scaduto il 1 luglio. L’analisi qualitativa denota che siamo ancora lontani da tanto paventata ripresa specialmente nell’industria interessata dal 70% della CIG di giugno, dove delle quasi 281mila ore complessive il 16% riguarda la chimica/gomma plastica e con la stessa % il settore alimentare; il meccanico si ferma a 28.358 ore ( 10%) mentre la parte più importante con il 38% riguarda i settori tessile ed abbigliamento, ennesima dimostrazione che l’azione sindacale che ha portato lo slittamento dello sblocco dei licenziamenti per questi settori al 1 novembre 2021 aveva un suo fondamento anche per la nostra provincia”.
L’analisi complessiva sul 1° semestre porta quindi ad una media di lavoratori in cassa (parametrizzati ad un rapporto full-time) di 1.804/mese.
Il confronto con il primo semestre 2020 indica indubbiamente un miglioramento della situazione con una riduzione della CIG del 50% ma comunque sempre l’80% in più rispetto al 2012, anno del precedente record storico negativo provinciale legato alla crisi economica.
Il confronto tra i macro settori più colpiti dalle più drammatiche crisi della storia recente, quella causata dalla finanza e quella dalla pandemia, fa emergere la diversa natura delle due situazioni: il necessario contenimento dell’epidemia ha colpito più pesantemente attività diverse rispetto al passato. Mentre l’industria rimane il macrosettore più colpito, per un calo di domanda generalizzato, c’è un ribaltamento di posizioni tra l’edilizia e il terziario che appare ancora più marcato nei primi sei mesi del 2021, e dove, grazie anche agli incentivi ed ai piani infrastrutturali, la ripresa del settore edile appare sempre più strutturata.
L’incidenza nel mercato del lavoro della nostra provincia del settore turistico con una forte stagionalità porta ad un’importante numero rapporti di lavoro a tempo determinato, che quindi “sfuggono” in parte a questa analisi dove gli ammortizzatori sociali previsti sono in costanza di rapporto; per questo per un’analisi completa dell’occupazione occorre attendere i dati degli avviamenti e cessazioni del 2° trimestre del 2021.
“In questo scenario – conclude Fumagalli – risulta quanto mai indispensabile rimarcare quanto sia importante anche per la nostra provincia rispettare l’avviso comune che impegna tutte le aziende a utilizzare tutti gli strumenti di flessibilità e ammortizzatori prima di avviare qualsiasi processo di risoluzione dei rapporti di lavoro”.