SONDRIO – I dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco-Sondrio restituiscono un miglioramento di tutti gli indicatori, sia sul fronte congiunturale, sia sul versante tendenziale. Domanda e fatturato crescono sul versante domestico e per l’export. Restano invece le criticità sul tema materie prime, che si fanno più acute, e l’incertezza per il possibile verificarsi di nuove ondate pandemiche. Il sentiment per la seconda metà dell’anno esprime fiducia, anche se in misura contenuta.
Nell’ambito dell’Osservatorio sul primo semestre 2021, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è in linea generale sovrapponibile al quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como).
“Lo scenario che emerge dai dati del nostro osservatorio è confortante e trova conferma nel sentiment di tanti colleghi, rilevato nelle ultime settimane: si lavora a buoni ritmi, sia per clienti italiani sia per quelli stranieri, con ordini che continuano a crescere – sottolinea il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. A rendere il dato significativo è la sua generale diffusione, che non lo limita a pochi settori, anche se dobbiamo dire che all’interno del campione le variazioni registrate sono di entità ancora molto eterogenea. Tuttavia, le previsioni per il resto dell’anno sono a loro volta positive e ci lasciano fiduciosi rispetto all’andamento dei prossimi mesi”.
“Purtroppo – continua Lorenzo Riva – restano alcune criticità, a partire dalla situazione legata alle dinamiche delle materie prime, fortemente aumentate rispetto ai listini dello scorso anno: finora molte aziende delle filiere metalmeccaniche, delle materie plastiche e della gomma, della carta e del legno, ma il discorso si estende a tutti gli altri settori produttivi, hanno sostenuto gran parte degli aumenti, a volte rinunciando ad una quota dei propri margini. Restano inoltre i timori legati all’ipotesi di nuove ondate di pandemia, soprattutto a causa delle varianti e delle riaperture in concomitanza delle ferie, di cui probabilmente si vedranno gli effetti in autunno. Confidiamo tuttavia che la campagna vaccinale posso procedere coinvolgendo un numero sempre più grande di cittadini, per scongiurare un nuovo diffondersi del virus”.
“L’occupazione non solo ha retto: secondo i giudizi formulati dalle aziende aderenti al nostro Osservatorio ha anche registrato un’espansione dei livelli – commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori. – Le aziende dei nostri territori, che ormai da molti anni sperimentano una scarsa disponibilità delle competenze necessarie al loro sviluppo, hanno evidenziato il permanere di queste difficoltà anche durante il periodo di maggior rallentamento delle attività registrato lo scorso anno. È evidente che in questa fase di ripresa delle attività, dove anche le previsioni sull’andamento generale del business e sull’evoluzione dei livelli occupazionali lasciano finalmente ben sperare, la mancanza di risorse umane da inserire in organico diviene un elemento di preoccupazione sempre maggiore. Come Associazione, stiamo ulteriormente rafforzando l’impegno in ambito education anche con azioni di orientamento e, più in generale, destinate alla sensibilizzazione delle famiglie per una maggiore conoscenza dei percorsi formativi di impronta tecnica e industriale e delle opportunità occupazionali offerte dal sistema produttivo”.
DOMANDA
Il quadro esaminato per le realtà lecchesi e sondriesi si rivela in linea con quanto esaminato a livello congiunto, con ordini in miglioramento sia sul versante tendenziale, sia su quello congiunturale.
Il confronto con il semestre gennaio-giugno 2020 indica un’espansione del 21,3%, mentre il confronto rispetto al secondo semestre dello scorso anno rivela una crescita pari al 14,5%, anche in questo caso superiore a quanto previsto ad inizio anno (+1,6%).
Le aspettative per il periodo luglio-dicembre 2021 si mantengono positive e si attestano in media a +4,6%.
ATTIVITÀ PRODUTTIVA
Lo scenario delineato dai dati della produzione per le aziende di Lecco e di Sondrio conferma sostanzialmente quanto esaminato per i tre territori. L’attività risulta in crescita del 17,1% rispetto ai livelli della prima metà del 2020 e dell’11,8% se confrontato con lo scorso semestre luglio-dicembre. Il dato congiunturale si rivela più favorevole rispetto alle previsioni (+3,1%) indicate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio.
Per la seconda metà del 2021 le imprese lecchesi e sondriesi attendono un’ulteriore crescita dell’attività produttiva, con una variazione media che si attesta al +3,9%.
Il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione registrato per i primi sei mesi dell’anno si attesta all’82,1%, dato in crescita di oltre venti punti percentuali rispetto a quanto rilevato per il secondo semestre del 2020 (61,4%).
All’interno del campione, la situazione inerente alla capacità produttiva mediamente impiegata tra gennaio e giugno 2021 non risulta particolarmente variegata: le imprese di medie dimensioni (85,6%) rivelano un utilizzo superiore a quelle fino a 50 occupati (79,3%), mentre per quanto riguarda i settori di attività si registra un tasso dell’86,1% per le realtà metalmeccaniche, del 79,7% per le tessili e del 78,6% per quelle degli altri settori.
La produzione non gestita direttamente in azienda, ma realizzata attraverso il ricorso alla subfornitura, determina un contributo di circa tre punti percentuali e mezzo (3,4%) e dipende quasi esclusivamente dalla collaborazione con soggetti nazionali (3,1%).
FATTURATO
Le imprese di Lecco e di Sondrio delineano per il fatturato un quadro dai toni simili a quanto esaminato congiuntamente, con crescite su entrambi gli orizzonti temporali.
Il dato tendenziale, misurato attraverso il confronto con i livelli del primo semestre dello scorso anno, si attesta al +19,3%. Sul versante congiunturale si registra invece un incremento del 10,5% rispetto al periodo luglio-dicembre 2020, quando le imprese dei due territori avevano indicato una variazione di circa due punti percentuali (1,9%) nei confronti dei sei mesi precedenti. La performance congiunturale si rivela, come peraltro già visto per la domanda e l’attività produttiva, migliore delle aspettative indicate ad inizio anno (+1,4%).
Durante i primi sei mesi dell’anno le imprese lecchesi e sondriesi hanno continuato ad operare con successo sui mercati internazionali, a riprova dell’elevata qualità delle loro produzioni; la quota di fatturato realizzato al di fuori dell’Italia risulta infatti pari al 38,7%. I paesi dell’Europa Occidentale si confermano quale principale area di destinazione dell’export, assorbendo oltre un quinto del fatturato totale (21,2%).
Seguono per rilevanza gli scambi diretti verso l’Est Europa (4%), gli Stati Uniti (3,7%), i BRICS (2,4%), l’Asia Occidentale (2,3%), e l’America Centro Meridionale (1,8%), mentre la quota di fatturato assorbito dalle restanti zone del mondo è pari al 3,4%.
Tra aprile e giugno 2021 le imprese del campione hanno evidenziato un’accelerazione del fatturato, con dinamiche in miglioramento che hanno riguardano sia le vendite sul mercato domestico, sia l’export.
A livello italiano, il 62,1% delle realtà lecchesi e sondriesi ha segnalato una crescita, il 30,9% una situazione stabile mentre il restante 7% una diminuzione.
Le esportazioni sono state valutate in crescita per oltre tre realtà su cinque (60,9%), stazionarie per il 31,8% e in contrazione per il rimanente 7,3%.
MATERIE PRIME
Le realtà lecchesi e sondriesi continuano a segnalare problematiche legate all’approvvigionamento delle materie prime, così come emerso nei mesi finali dello scorso anno.
Nel corso della prima metà del 2021 nove realtà su dieci hanno indicato di aver dovuto sostenere incrementi generalizzati del prezzo di acquisto delle commodities principalmente trattate. Tra gennaio e marzo, a fronte di una quota del 10,6% di imprese che hanno comunicato la stabilità dei listini, il 33,3% del campione ha segnalato aumenti fino al 10%, mentre il 56,1% incrementi addirittura superiori (oltre il 10%).
Tra aprile e giugno, invece, la quota di imprese che ha indicato incrementi fino al 10% è stata del 33,5%, mentre quella dei soggetti che hanno subito apprezzamenti maggiori si è attestata al 61%.
Per l’84,7% del campione gli aumenti riguardanti le materie prime hanno generato significative conseguenze sui costi di produzione.
L’aumento dei listini non è stata l’unica criticità che le aziende del campione hanno dovuto fronteggiare: l’89,4% delle realtà lecchesi e sondriesi ha indicato l’estensione dei tempi di consegna, in diversi casi posticipata al 2022, il 69,1% ha comunicato una diminuzione delle quantità effettivamente approvvigionate rispetto a quanto richiesto, mentre il 17,7% ha rivelato anche problemi legati alla diminuzione della qualità delle forniture.
Il 23,2% delle imprese ha segnalato che la concomitanza e la prosecuzione nel tempo delle suddette criticità potrebbe determinare il rischio di interruzione dell’attività.
OCCUPAZIONE
Anche l’esame dei giudizi qualitativi espressi dalle realtà lecchesi e sondriesi riguardo l’andamento dell’occupazione tra gennaio e giugno 2021 mostra un miglioramento che, in parte, era stato colto dalle previsioni formulate dall’Osservatorio congiunturale sul secondo semestre 2020.
Le imprese del campione comunicano di aver registrato un mantenimento dei livelli nel 57,2% dei casi, una crescita nel 35% e una diminuzione nel rimanente 7,8%.
Il semestre luglio-dicembre 2021 non dovrebbe portare particolari punti di svolta rispetto a quanto indicato nella prima metà dell’anno: a fianco della prevalente indicazione di stabilità, segnalata da oltre tre realtà su quattro (75,8%), il 22,5% del campione prevede una crescita, mentre le ipotesi di contrazione dei livelli riguardano il restante 1,7%.