MORBEGNO – Numerosi coloro i quali hanno preso parte all’evento “Dalle emergenze europee alle urgenze del quotidiano”, andato in scena mercoledì 11 agosto 2021 presso il Chiostro del complesso di S. Antonio di Morbegno, organizzato dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio, in collaborazione con il Comune e la Parrocchia di Morbegno e la Fondazione Mattei. L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra i quali l’Arcivescovo di Milano e Metropolita della Lombardia, Mario Enrico Delpini, si è svolta nel contesto del ciclo di incontri intitolato “Conversazioni estive”, ideato dal Dirigente UST, Fabio Molinari.
In particolare si è parlato dei giovani, del loro potenziale enorme che spesso non viene sufficientemente stimolato e che resta quindi nascosto, spesso offuscato da una generazione adulta infelice, spingendo i ragazzi ad approcciarsi alla vita in modo passivo: “Se c’è una generazione di adulti scontenti – ha rimarcato Delpini – che si lamentano della vita, che continuano a dire quanti problemi ci sono, a lamentarsi di quanto sia difficile il lavoro e la società, non possiamo aspettarci che abbiano voglia di diventare adulti”.
La conversazione è poi proseguita toccando temi come l’individualismo, ostacolo per il futuro dell’umanità, dei muri ideologici, che non è dato sapere se saranno eliminati, poiché – dice Delpini – “l’inizio della Storia è stato un fratricidio, è stata la confusione. Siamo chiamati tutti ad essere fratelli e sorelle me è una vocazione, non è un obbligo, pertanto abbiamo la responsabilità di decidere se fare la terra luogo di conflitto oppure di fraternità”.
Tra le tematiche anche la scuola e Delpini non ha esitato ad esprimere la propria ammirazione per il mondo della scuola, che in questo ultimo anno e mezzo ha sofferto ma si è attrezzata ed ha fatto di tutto per garantire una continuità agli studenti, seppur con metodi nuovi come la Dad. Ha poi ricordato come questa pandemia sia stata ed è ancora un momento drammatico ma comunque non paragonabile ad una guerra: “Ci sono paesi dove la scuola non esiste, o dove se non ci vai non mangi, paesi dove la precaria situazione sanitaria è stata sentita particolarmente. Pertanto abbiamo vissuto un dramma, ma non paragonabile ad alcune zone geografiche dove i bambini non sono mai andati a scuola poiché c’era la guerra”.