SONDRIO – In queste settimane la Provincia di Sondrio sta discutendo sulla possibilità di vietare l’utilizzo delle munizioni al piombo nella caccia, responsabili del saturnismo, un avvelenamento da metalli pesanti che colpisce molti rapaci dell’arco alpino.
Proprio per questo diverse associazioni hanno deciso di aprire una petizione online – al momento oltre 8mila i firmatari – per vietarne l’utilizzo.
Le munizioni di piombo disperse negli ambienti naturali, presenti nel corpo degli animali abbattuti e nei visceri degli ungulati lasciati sul terreno dai cacciatori dopo l’abbattimento, rappresentano un rischio fortissimo per la vita degli uccelli selvatici che, se le ingeriscono, possono intossicarsi fino alla morte per saturnismo acuto e cronico.
Sulle Alpi e in Europa centro meridionale, la problematica è particolarmente grave come ha dimostrato lo studio di ERSAF – Direzione Parco Nazionale dello Stelvio, Provincia di Sondrio, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) e ISPRA. Il 44% delle 252 carcasse di aquila reale e avvoltoi analizzati ha evidenziato valori cronici di piombo superiori al normale e livelli da avvelenamento clinico nel 26% dei casi.
Negli ultimi 13 anni, in provincia di Sondrio, sono state condotte numerose ricerche scientifiche ed esperienze pratiche di altissimo livello condotte da ERSAF – Direzione Parco Nazionale dello Stelvio e Provincia di Sondrio in collaborazione con IZSLER di Sondrio e Bologna, l’Università di Veterinaria di Milano e dei cacciatori locali: è stato evidenziato che il 63% dei visceri di ungulati colpiti da arma da fuoco contenevano decine di schegge di piombo, a dimostrazione del rischio elevatissimo per i rapaci che vivono su queste montagne dove, dal 2005 al 2019, su 15 aquile reali recuperate, ben 9 sono morte affette da saturnismo cronico o acuto (pari al 60%).
Dal 2011, inoltre, il Parco Nazionale dello Stelvio effettua un controllo numerico del cervo utilizzando solo proiettili monolitici atossici per tutelare le popolazioni di gipeto (qui presente col 60% della popolazione italiana) e di aquila reale.