MILANO – Il 2020 è stato un anno complesso e difficile, molti capoluoghi proprio in Lombardia hanno patito più di altri le difficoltà legate alla crisi sanitaria. Questa condizione ha certamente inciso sugli indici analizzati nell’annuale rapporto Ecosistema Urbano 2021 che analizza le performance ambientali dei capoluoghi italiani su dati 2020 forniti dai Comuni, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
Più auto in circolazione, diminuzione dell’utilizzo del trasporto pubblico, livelli di smog preoccupanti, ma anche qualche nota positiva come la diffusione capillare della raccolta differenziata, chilometri di piste e infrastrutture ciclabili e interventi di forestazione urbana. È un quadro in chiaro-scuro quello dipinto dal dossier, che analizza le politiche improntate alla sostenibilità e stila una classifica nazionale tenendo conto di 18 indicatori riguardanti sei componenti: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
L’unica città lombarda nella top ten italiana è Mantova, al secondo posto, ottenuto migliorando le performance sulla qualità dell’aria, contraendo le perdite della rete idrica entro il 15% e perfezionando la raccolta differenziata. Scalano la graduatoria italiana: Brescia dal 34° al 27° in trend decisamente positivo da 5 anni, Pavia dal 53° al 40°, Varese dal 62° al 44°. Perdono, invece, diverse posizioni: Cremona dal 13° al 25°, Lodi dal 25° al 31°, Bergamo dal 30° al 35°, Monza dall’85° al 93°, Como passa dal 37° al 41°. Mantiene la 18ª posizione Sondrio, in trend positivo da tre edizioni e restano pressoché stabili Milano al 30° posto e Lecco al 64°.
Man mano che le altre città d’Italia salgono in graduatoria, le buone performance delle città lombarde non bastano più per mantenere un buon livello in classifica, motivo per cui alcuni capoluoghi restano fermi al palo e non riescono a migliorare, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’aria, che rappresenta il tallone d’Achille per tutta la regione. Lecco e Monza, anche in questa edizione, si confermano fanalino di coda della regione, con il capoluogo brianzolo maglia nera della sostenibilità.
Tra le migliori performance si evidenzia Brescia per la disponibilità di alberi pro capite con oltre 86 alberi per 100 abitanti; Cremona per le infrastrutture ciclabili, con 33,55 metri equivalenti ogni 100 abitanti di piste dedicate. Tra le metropoli viaggia in controtendenza, nel complesso, Milano: il capoluogo lombardo continua a contraddistinguersi per un dinamismo che accompagna un profondo cambiamento in chiave sostenibile avviato da tempo, con numeri che restano confortanti pur nel trend generale di rallentamento. Vincente la scelta di promuovere un sistema di mobilità sempre più condivisa e integrata con il trasporto pubblico, dai servizi di sharing agli spazi riservati ai ciclisti. Milano si conferma unica tra le grandi città ad avere una rete idrica che perde meno del 15% dell’acqua immessa in rete e ha ormai invertito stabilmente la proporzione tra suolo impermeabilizzato o costruito e crescita di residenti: è l’unico capoluogo a totalizzare 10 su 10 nell’indice sul consumo efficiente di suolo.
Il rapporto Ecosistema Urbano dedica spazio a buoni esempi di sostenibilità che non sempre si evincono guardando ai soli numeri e alle sole statistiche. Tra le 18 nazionali individuate figurano anche realtà lombarde. A Milano i tre milioni di nuovi alberi che entro il 2030 saranno piantumati nell’ambito del progetto “ForestaMI” e il primo parcheggio per biciclette, aperto alla stazione Cordusio, linea 1 rossa della metropolitana. A Varese il progetto di connessione ecologica “Area amica della biodiversità” che intende minimizzare il ruolo negativo degli habitat urbani che frammentano gli ecosistemi, ricreando invece aree umide ad alto valore in biodiversità, attraverso importanti opere di ripristino e miglioramento ambientale e rinaturalizzazione in ambito urbano. A Lecco il Comune ha introdotto un sistema di gratuità per l’utilizzo dei bus cittadini per i giovani under 19 residenti in città, al fine di innescare un cambiamento culturale e di abitudini nell’approccio al mezzo pubblico nelle nuove generazioni, non solo durante i percorsi legati alla frequenza scolastica, ma anche in momenti diversi, quando si fa sport o si esce con amici.