SONDRIO – Con il voto dell’assemblea dei soci, la Banca Popolare di Sondrio ha approvato la propria “storica” trasformazione in società per azioni con 2517 voti favorevoli, soli 38 contrari e 39 astenuti (16 i voti non computati).
Tramonta così una vera e propria era, durata un secolo e mezzo: l’istituto di credito valtellinese infatti era l’ultimo a non aver dato ancora corso alla riforma delle popolari italiane – voluta dal governo Renzi nel 2015. Nello stesso comunicato di annuncio dell’esito del voto, la PopSo ha segnalato come l’addio alla forma di cooperativa si configuri come una “una scelta obbligata”.
Adesso quella sondriese è come tutte le banche un soggetto interessate e “appetibile” da parte della finanza – all’assemblea di mercoledì era presente pure il gruppo Unipol, già al 9% del capitale.
“Forti dei nostri solidi valori fondativi, guardiamo al futuro con fiducia, impegnandoci fortemente per continuare a svolgere con efficacia la nostra attività, a beneficio della clientela e di tutti gli stakeholders”. Sono parole del presidente Francesco Venosta. “Per noi e per tutti coloro che hanno fin qui sostenuto la banca è motivo di orgoglio esserci presentati all’appuntamento odierno potendo vantare una lunga storia di crescita organica equilibrata e profittevole, che ha contribuito allo sviluppo dei territori nei quali ci siamo nel corso del tempo insediati, coprotagonisti della crescita sociale ed economica delle comunità di appartenenza”.
> Il comunicato stampa post assemblea
L’assemblea dei soci ha provveduto fra l’altro a eleggere amministratore per il residuo del triennio 2021-2023 Pierluigi Molla, che già era stato cooptato dal Consiglio di amministrazione dello scorso 9 novembre in sostituzione di un amministratore cessato.