CAIOLO – Si torna a parlare di orsi nei boschi della Valtellina. Questa volta, l’esemplare è stato avvistato e fotografato (foto di copertina) oltre i 1000 metri di quota nel territorio comunale di Caiolo, al confine con Albosaggia, da Giuliana Pedrazzoli.
A confermare la presenza dei grandi mammiferi nella zona anche i sindaci dei due Comuni, Primavera Farina e Graziano Murada, che con un comunicato congiunto hanno voluto esprimere la loro opinione sulla diffusione dei predatori nelle montagne valtellinesi.
Ha fatto giustamente scalpore tra le nostre Comunità l’avvistamento, avvenuto venerdì sera, dell’orso nella zona dei “Grasei” in territorio comunale di Caiolo al confine con Albosaggia.
Decine e decine di telefonate da parte di cittadini preoccupati della loro incolumità, in un territorio fortemente antropizzato e frequentato non solo dai locali, ma anche da numerosi turisti.
Che sulle nostre montagne scorrazzino diversi orsi e altri grandi predatori è cosa nota e spesso tenuta sottotraccia, per non allarmare la popolazione del fatto che la nostra valle è considerata zona di espansione dei grandi predatori, da quando il “giocattolo” Trentino, luogo in cui sono stati introdotti gli orsi, è scappato di mano.
Nulla di personale contro gli orsi, sia chiaro, loro fanno quello che matrigna natura gli ha chiesto di fare.
Come in tutte le cose, l’importante è parlare chiaro, senza tirarci per i fondelli.
Perché, diciamola tutta, siamo gestiti a livello provinciale e regionale da funzionari, esperti, professori, enti, associazioni e umanità e anche da chi ha interessi di bottega da difendere. Ma il loro spaccio è per pochi privilegiati, mentre noi sindaci vogliamo che i nostri “negozi” profumino di dignità per tutti.
La vita, quella vera, suggerisce equilibrio e anche diffidenza verso i soloni del giorno dopo. La questione degli orsi suggerisce quanto segue: in primis che in questo campo, come nella medicina, la prevenzione è fondamentale e che le ricette a posteriori non guariscono neppure il raffreddore, tanto meno conciliano gli orsi con l’uomo e il suo ambiente naturale.
Per questo, lor signori, ci dicano chiaramente se dobbiamo cedere gli spazi alpini agli orsi, ai lupi ecc. perché le montagne devono diventare terra di grandi predatori. Se la risposta sarà in questa direzione, non faremo altro che chiedere, a quel nostro mondo ritenuto antico, ma che ha nutrito di bellezza la montagna e che continua a coltivarla, di chiudere le attività.
In cambio un solo invito e una sola domanda.
L’invito è che nessuno ci venga più a parlare dello spopolamento della montagna.
La domanda invece riguarda quali siano le misure di protezione e messa in sicurezza dei cittadini, nella speranza che chi di competenza le metterà in atto concretamente per evitare che ci scappi qualche ferito, se non peggio.
Perché è vero che i sindaci nella politica di gestione dei grandi predatori non hanno la possibilità di intervenire, ma è altrettanto vero che la legge chiede e impone ai sindaci di tutelare l’incolumità pubblica.
E siccome siamo in Italia quando succederà il dramma questi signori scompariranno dalla scena, mentre i sindaci saranno chiamati a rispondere di non aver tutelato i propri cittadini.
Per evitare tutto questo denunceremo alle autorità competenti facendo in modo che la gestione di questa importante partita sia funzionale e non vada nella direzione opposta a quella intrapresa, una direzione che è fatta di tanti progetti, di un lavoro di sinergie speso per salvaguardare il nostro territorio, per rilanciare un turismo sostenibile e ultimo ma non meno importante per riportare i giovani a lavorare su queste nostre terre alte, che altrimenti andranno perse per sempre.
Noi sindaci chiediamo che ciò vada a pari passo con le responsabilità di chi di dovere, a ognuno il suo per dirla chiaramente, chiediamo di non trovarci, come purtroppo sta già succedendo su buona parte dell’arco alpino, in situazioni oggettive che rappresentano una fonte di danno anche economica, che sia tutelata sempre e comunque la sicurezza della popolazione e che ci siano azioni mirate e condivise di prevenzione e gestione dei grandi carnivori.
Sia chiaro che finchè ci toccherà il compito di tutelare la nostra gente non ci saranno bizantinismi, minacce, o ritorsioni che potranno fermarci, anche se noi sindaci siamo visti a volte come scocciature, a cui non dare troppo peso, non seguiremo mai determinate vie imposte da chi non vive la montagna e neppure da chi dovrebbe invece tutelarla. Il bene comune per noi è al di sopra di ogni cosa, di qualsiasi imposizione e da dovunque essa arrivi.