MORBEGNO – Partecipata e sentita l’inaugurazione delle “Sculture del dono” in piazza Sant’Antonio a Morbegno. Alla presenza di numerose autorità, di tanti cittadini e dei volontari di AVIS Morbegno, AIDO Morbegno e ADMO Sondrio, sono state ufficialmente scoperte le opere realizzate per sensibilizzare la popolazione al dono di sangue, organi e midollo. “Io dono, non so per chi, ma so perchè‘: questo il messaggio universale che l’opera vuole veicolare, insieme alle tre colorate margherite che nella propria corolla hanno un pezzo rosso ripreso dal logo delle tre associazioni e i recapiti per potersi informare e iscrivere.
Ad aprire la cerimonia il sindaco di Morbegno Alberto Gavazzi: “Questa è una piccola grande festa con cui vogliamo inaugurare una scultura che guarda al futuro, ubicata nella piazza principale di Morbegno, proprio davanti al vecchio Ospedale dove l’AVIS è nata e dove ancora oggi c’è la sede dell’AIDO. È stato un lavoro lungo, appassionato, che ha coinvolto tanti volontari per più di un anno di lavoro”.
Gli ha fatto eco il vicepresidente della Provincia e vicesindaco di Morbegno Maria Cristina Bertarelli: “Questa è un’opera generativa di bene, un segno tangibile che ci ricorda l’importanza del dono e della solidarietà. Le associazioni del dono stanno lavorando molto per la sensibilizzazione tramite incontri nelle scuole e il punto informativo in biblioteca, a cui si aggiunge ora anche quest’opera”.
Il presidente di AVIS Morbegno Rocco Acquistapace ha ripercorso la storia dell’associazione, nata nel 1955, che oggi conta 1361 donatori attivi che lo scorso anno hanno effettuato 2872 donazioni tra sangue e plasma: “Vorrei ringraziare l’Amministrazione comunale di Morbegno per aver scelto questa posizione dove collocare la scultura. Un luogo simbolo, molto significativo per noi, dove il 1° maggio parte la nostra camminata, Oggi non siamo qui ad auto-celebrarci, ma a dare informazioni, come vedrete dalle scritte sulle sculture, perchè non vorremmo più sentire frasi come “non sapevo, non conoscevo”. Questo perchè ognuno faccia delle scelte consapevoli e vada incontro a persone meno fortunate di noi che hanno bisogno del nostro aiuto per vivere e doni sangue, plasma, organi, tessuti e midollo osseo. Il sole sorge su tutti – ha concluso Acquistapace – come i fiori non sbocciano senza il sole, così l’uomo non può vivere senza amare e donare”.
La parola è poi passata al presidente di AIDO Morbegno Luigi Bigiotti: “Le sculture che ci accingiamo ad inaugurare sono il frutto di un lungo e impegnativo percorso iniziato nel periodo pre-Covid e portato avanti con impegno e caparbietà in questi anni. La scultura “I Fiori del Dono” vuole essere una testimonianza concreta e duratura dell’impegno profuso dalle tre Associazioni nel sensibilizzare e coinvolgere la popolazione in merito alla situazione sanitaria nazionale caratterizzata da persistenti criticità con inevitabili risvolti sociali, etici e morali. Con la scultura “I Fiori del Dono” viene donata alla comunità di Morbegno un’opera di valore artistico che ci auguriamo contribuirà ad abbellire il contesto urbano e consentirà ai passanti di interrogarsi sul significato di ciò che vedranno, nella speranza che la riflessione che ne scaturirà possa terminare con un grande si’ alla vita, all’AIDO e alla donazione degli organi. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a vario titolo alla realizzazione dell’opera e in particolare l’architetto Luciano Speziale e il signor Gualtiero Cornaggia, consigliere e volontario del nostro Gruppo, che a vario titolo sono stati i veri motori della macchina organizzativa – ha concluso Bigiotti -. Ringrazio anche le aziende che hanno fornito a titolo gratuito i materiali e la mano d’opera per la realizzazione dell’opera e le decoratrici di Forme Luci e Ombre di È Valtellina”.
È poi intervenuto il presidente di ADMO Lombardia Giuseppe Saponara insieme alla presidente della sezione di Sondrio Antonella Ioli: “Questo evento dimostra come la comunità di Morbegno e della provincia di Sondrio sia coesa e solidale, perchè con la donazione non si danno solo cellule e tessuti, ma anche un messaggio di speranza e vicinanza, importante per guarire tanto quanto le cure stesse”.
“Quest’opera rappresenta i sentimenti di chi l’ha voluta, con colori diversi e anche pezzi con orientamenti diversi – ha spiegato l’architetto Luciano Speziale che ha coordinato le 18 figure tutte volontarie coinvolge per la progettazione e la realizzazione – perché la vita spesso va secondo direzioni diverse e inaspettate”.
Tolta la bandiera tricolore che copriva l’opera, Mons. Giuseppe Longhini, Arciprete di Morbegno, l’ha benedetta. E tra gli applausi generali e la foto di gruppo dei promotori si è conclusa la “piccola grande festa” delle Associazioni del dono.