MILANO – Torna come ogni anno “Carovana delle Alpi”, la campagna nazionale d’informazione e promozione dell’ambiente alpino di Legambiente. Nata per stimolare una discussione costruttiva di uno sviluppo sostenibile per il fragile ecosistema alpino, troppo spesso minacciato da uno sfruttamento smodato. Ogni anno Carovana delle Alpi assegna Bandiere Verdi a comuni enti o progetti virtuosi riscontrati nelle aree montane o, al contrario, Bandiere Nere, per denunciare realtà insostenibili e mala gestione delle risorse. Il dossier italiano esce oggi in occasione della consegna delle Bandiere Verdi al VII Summit Nazionale 2023 di Legambiente che si tiene a Venzone (UD).
Per ciò che riguarda la Lombardia, quest’anno sono stati assegnati due vessilli neri. Il primo all’amministrazione regionale lombarda (Regione Lombardia), per la modifica della normativa regionale che rende possibile la circolazione con mezzi motorizzati sui sentieri della regione; e la seconda al Sindaco di Bormio, per la “tangenzialina” prevista per le Olimpiadi Milano Cortina 2026, un’infrastruttura di soli 1,5 Km. con un enorme impatto sul delicato equilibrio della Alta Valtellina.
Nel primo caso, un segno di arretratezza nella visione del potenziale turistico: la norma appena introdotta, incentiva un consumo indiscriminato ed esclusivo, senza contare un danno evidente ai delicati ecosistemi che reggono parte dell’economia locale. La modifica dell’Art. 59 L. 31/2008 da parte di Regione Lombardia equipara, ai fini della circolazione dei mezzi motorizzati, le mulattiere e i sentieri alle strade agro-silvo-pastorali, che esistono proprio per consentire l’accesso ai soli mezzi per le normali lavorazioni agricole e forestali. Via libera quindi ai comuni al diporto fuoristradistico, sia per eventi di massa, sia per il rischioso transito quotidiano.
Per ciò che riguarda la Bandiera Nera al sindaco di Bormio, si riferisce alla nuova tangenziale di Bormio di cui tanto si è parlato, ma che risulta nei fatti un progetto infrastrutturale costoso (€ 12Mln.) che sventra connessioni ciclopedonali frequentate, altera il paesaggio del torrente Frodolfo, impermeabilizza la pian dell’Alute, in una evidente logica di consumo di suolo per futili motivi e soprattutto dai dubbi risultati, oltretutto senza aver contemplato una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) obbligatoria alla luce degli impatti sulla Rete ecologica regionale nonché sull’adiacente Parco dello Stelvio. Il tema del rischio idrogeologico viene totalmente eluso, lasciando oltretutto irrisolti altri nodi di congestione da traffico.
Bandiera Verde invece all’Associazione Castanicultori Lario Orientale (Sala al Barro), forte di quasi duecento realtà sparse sul territorio che promuovono la trasmissione delle antiche tecniche e varietà che hanno fatto delle selve castanili della regione una realtà di confronto, supporto e miglioramento, per una coltivazione perlopiù abbandonata dal secondo dopo guerra in avanti. L’idea di fondo che anima l’associazione è molto semplice: imparare a conoscere le varietà autoctone, contribuendo mantenimento delle selve semplicemente mangiandone i frutti, sia freschi che trasformati. Prodotti di alta qualità, legati al territorio di origine tramite il marchio commerciale dell’Associazione.
Bandiera Verde anche all’Associazione Gruppo Sentieri Amici della Storia di Val Brembilla (Val Brembana), per il costante impegno profuso da volontari nella creazione di un modello efficace di ricerca, conoscenza, di cura dei luoghi con il ripristino e il mantenimento di una rete di sentieri tra antiche contrade con alto valore identitario, etnografico e naturalistico. Da ventisei anni i volontari svolgono ricerche e attività dirette alla conoscenza dei Borghi, di chi li aveva abitati, delle attività che vi si svolgevano soprattutto in un passato prossimo. Obiettivo raggiunto renderli di nuovo pienamente fruibili a cittadini di tutte le età e le abilità.
“Le segnalazioni di quest’anno tracciano un quadro del futuro dei nostri territori da due punti di vista,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Da una parte un atteggiamento perdente, poco sintonizzato con i reali bisogni delle persone e dell’economia dei territori; dall’altra, una scommessa più coraggiosa ma più coinvolgente, interattiva e solo apparentemente più debole nei contenuti e nei risultati, ma aperta a una crescita possibile.