SONDRIO – Alla vigilia dei suoi primi cinquant’anni, che ricorreranno nel 2024, la Radioterapia oncologica dell’Ospedale di Sondrio conferma con i numeri la sua attrattività sia nei confronti dei pazienti valtellinesi che provenienti da fuori provincia e da fuori regione: nei primi cinque mesi del 2023 il fatturato è salito di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quasi 2,2 milioni di euro contro 1,5, per un totale di quasi 10 mila prestazioni.
Per la prima volta sono stati superati i 250 casi trattati, per un dato complessivo che a fine anno oltrepasserà la soglia di 500. In aggiunta, sono stati eseguiti oltre seimila esami ecografici, in particolare addominali, il 20% in più rispetto al 2022. I numeri significativi si estendono alla Pet, una delle attrezzature che ha contribuito ad elevare il livello della dotazione strumentale del reparto: rispetto all’anno scorso, l’incremento degli esami effettuati è stato superiore al 15% e a fine anno si sfioreranno i mille, quando già arrivare a 800 sarebbe stato considerato un grande successo.
Il reparto può contare su una équipe al completo guidata dal dottor Claudio Barbonetti che, dal febbraio scorso, è anche direttore del Dipartimento Servizi Clinici che comprende, oltre a Radioterapia Oncologica e Medicina Nucleare, Anatomia Patologica, Trasfusionale, Radiologia, Fisica Sanitaria e Laboratorio di Analisi. Con lui operano sei medici specialistici, 11 tecnici, otto infermieri e cinque impiegati amministrativi.
“Il fatto che arrivino pazienti da fuori provincia e da fuori regione – sottolinea il dottor Barbonetti – testimonia come vi sia grande considerazione per il nostro reparto. I pazienti possono contare su una struttura tecnologicamente all’avanguardia e su personale preparato che, grazie al supporto tecnologico, è in grado di fornire servizi all’altezza sia per quanto riguarda la diagnostica che la radioterapia. Con l’inizio del 2024, inoltre, completeremo il rinnovamento dell’intero parco macchine con l’installazione di un nuovo tomografo Spect-Tac per la Scintigrafia. Il merito degli importanti risultati ottenuti dal reparto va diviso fra tutte le persone che vi operano e la Direzione strategica che ha accolto e soddisfatto le mie richieste: mai come in questi ultimi anni sono state introdotte apparecchiature di altissimo livello in dotazione solo ai centri specialistici”.
Da settembre, la Radioterapia oncologica accoglierà la prima specializzanda, a seguito della convenzione sottoscritta tra l’Asst e l’Università Bicocca. La collaborazione si concretizzerà, oltre che nella formazione degli specializzandi, anche nello svolgimento di lavori scientifici con il professor Stefano Arcangeli direttore della Scuola di Specializzazione in Radioterapia.
È di queste settimane l’implementazione del sistema di gating respiratorio, l’apparecchiatura all’avanguardia che migliora ulteriormente la precisione dell’erogazione dei raggi in base all’apnea del paziente escludendo i suoi movimenti. Se prima il paziente era guidato vocalmente dai medici presenti nel bunker, oggi attraverso un piccolo monitor dotato di un sistema di visualizzazione grafica, è lui stesso a verificare il momento in cui la macchina eroga le radiazioni, per trattenere il respiro.
Ottimi sono i risultati ottenuti grazie all’ipofrazionamento, introdotto lo scorso anno, che garantisce la stessa efficacia terapeutica attraverso l’erogazione di una dose di radiazioni più elevata, in un numero inferiore di sedute, per accorciare il periodo di cura e diminuire l’impatto sulla vita familiare, sociale e lavorativa dei pazienti, quando la situazione clinica lo consente.
Nel 2023 sono già più di 50 le donne affette da tumore alla mammella, per casi a rischio medio o basso, che hanno completato il ciclo radioterapico in sole cinque sedute anziché 30. Lo stesso per una ventina di uomini nei quali è stato riscontrato un cancro alla prostata.
“Se si vuole si può – è la conclusione del dottor Barbonetti -. I risultati dimostrano che si può fare bene anche a Sondrio. I nostri pazienti sanno che possono essere curati da specialisti di livello in un reparto attrezzato al pari dei centri ospedalieri di fuori provincia. E la preferenza che ci viene accordata da sempre più persone che risiedono in altre zone della Lombardia conferma l’attrattività della nostra struttura ospedaliera. Ritengo che tutti i valtellinesi ne dovrebbero andare orgogliosi”.