SONDRIO – A seguito dell’ordinanza di Regione Lombardia relativa alle misure di contenimento del contagio da Coronavirus, anche in provincia di Sondrio centinaia di lavoratrici e di lavoratori sono stati obbligati a rimanere a casa.
FP-CGIL e FILCAMS-CGIL di Sondrio stanno intervenendo su di uno specifico comparto di lavoratrici e lavoratori della scuola e dei servizi correlati, che però non sono dipendenti pubblici, bensì di cooperative sociali o aziende private.
“In un momento talmente delicato e confuso come questo che ha portato alla chiusura delle scuole – sottolineano Michela Turcatti e Marina Pensa, rispettivamente alla guida di Fp Cgil e Filcams Cgil della provincia di Sondrio – siamo convinte che occorra uno strumento straordinario di salvaguardia del reddito e della contribuzione di lavoratrici e lavoratori al momento sprovvisti di tutele”.
In molti si sarebbero rivolti alle sigle sindacali per capire come verranno regolarizzate queste giornate di inattività lavorativa involontaria e obbligatoria. In alcuni casi viene loro comunicato, da parte del datore di lavoro, di segnare come ferie tali assenze; “In altri – aggiungono le due sindacaliste – cosa estremamente grave e che monitoreremo puntualmente, parrebbe in uso il consiglio di ricorrere alla malattia; in altri casi ancora, si registra una totale assenza di comunicazioni operative da parte dei datori di lavoro su come imputare tali assenze, che, ribadiamo, sono obbligatorie e involontarie”.
“Non possiamo accettare che tutte queste lavoratrici e lavoratori restino senza reddito e senza contributi, e nell’incertezza più totale, per il tempo necessario a tenere chiuse scuole e servizi”, concludono dalla Cgil.
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